I Carabinieri della stazione di Reggio Calabria principale hanno tratto in arresto un 42enne dipendente Inpdap, con l’accusa di detenzione illegale di arma clandestina. L’arma e’ stata rinvenuta a seguito di una perquisizione domiciliare eseguita nell’ambito di un’attivita’ d’indagine condotta dai carabinieri su alcuni episodi di danneggiamenti di autovetture.
Quando i militari si sono presentati presso il domicilio della famiglia, alle insistenti richieste di aprire la porta d’ingresso, gli occupanti temporeggiavano per qualche minuto.
All’apertura i genitori insistevano per non far fare tardi alla figlia sedicenne invitandola a raggiungere celermente la scuola. I carabinieri insospettiti, hanno perquisito anche la ragazza trovandole un revolver cal. 38, con matricola abrasa, occultato all’interno dello zaino unitamente ai libri. Sequestrata anche una carabina di precisione per accertamenti.
Condotti in caserma un maresciallo donna raccoglieva in un pianto di sfogo la confessione della ragazza : superata l’iniziale volonta’ di difendere il padre a tutti i costi dicendo che l’arma la portava con se per difesa personale dagli episodi di bullismo o volenze sessuali, addebitava al genitore la responsabilita del possesso della pistola, nascosta nello zaino per non farla trovare ai militari.
Sono cosi’ scattate le manette ai polsi dell’impiegato, gia’ colpito da un provvedimento del prefetto di divieto di detenzione di armi e munizioni.
Dopo le formalita’ di rito, l’arrestato, difeso dall’avv. Priolo, e’ stato ristretto in carcere con l’accusa di detenzione di arma clandestina, a disposizione del p.m. Sara Ombra che ha coordinato le attivita’ d’indagine. La studentessa e’ stata affidata alla madre e segnalata alla procura della repubblica presso il tribunale per i minori.