Il prossimo 7 luglio, presso la sala “Green” del Consiglio regionale della Regione Calabria, in Reggio Calabria, si terrà il convegno di studio dal titolo: “La responsabilità penale del professionista. Normative di settore, aree di rischio e ricadute prasseologiche”, patrocinato dalla Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria – Facoltà di Giurisprudenza – Dipartimento di
Scienze Storiche e Giuridiche e dal Centro di Diritto Penale Tributario, in collaborazione con la Ipsoa – A Wolters Kluwer Company.
Il convegno si prefigge l’obiettivo di illustrare criticamente il vigente “statuto penalistico” del professionista – lato sensu inteso – per come ridisegnato dall’incessante trend legislativo degli ultimi anni, registratosi anche in ambito sovranazionale e, di conseguenza, a livello nazionale. La riforma del diritto societario e dei reati societari, le recenti disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari, l’attuazione “interna” delle direttive comunitarie in materia di antiriciclaggio, costituiscono, infatti, soltanto alcuni tra i più significativi esempi di come e quanto sia ormai mutata la complessiva disciplina penalistica delle attività professionali, soprattutto avuto riguardo all’incremento esponenziale degli obblighi giuridici penalmente rilevanti. Sicché, gli interventi programmati in relazione a questo convegno spazieranno nell’ambito di detto panorama legislativo, allo scopo di segnalare le principali “aree di rischio” (penale) del professionista nei diversi contesti settoriali di riferimento, anche e soprattutto alla luce delle concrete esperienze applicative.
In questo variegato contesto normativo si discuterà di come la legislazione antiriciclaggio giunga a trasferire sul professionista una serie di obblighi giuridici (identificazione del cliente, registrazione, conservazione dei dati e segnalazione in caso di operazioni sospette) che determinano un vero e proprio “arruolamento” in via diretta, nella lotta al riciclaggio, di avvocati, notai, commercialisti, consulenti del lavoro e tributaristi. assegnando a costoro un ruolo “pubblico” sin qui assolutamente sconosciuto, non senza tuttavia recare con sé problemi di impatto applicativo di difficile soluzione. Si pensi, in particolare, all’inevitabile conflitto tra l’introdotto obbligo del professionista di segnalare le “operazioni sospette” del proprio cliente e il perdurante dovere di fedeltà e segretezza imposto proprio dal rapporto professionale, tra l’altro espressamente presidiato, sia in sede disciplinare, che in sede penale.
Ancora, l’interesse dei relatori si concentrerà sulla recente riforma del diritto societario, sulle correlative modificazioni dei sistemi di amministrazione e di controllo delle società di capitali e, quindi, sui nuovi modelli di responsabilità penale operanti all’interno delle realtà imprenditoriali organizzate in forma societaria. Ci si riferisce, in particolare, ai due nuovi sistemi di corporate governance delle società di capitali, ossia al sistema “dualistico” di origine germanica, ma anche al sistema “monistico”, di tradizione anglosassone, rispetto al quale, in particolare, si pongono una serie di delicate questioni a cagione della ritenuta “pericolosità” determinata dalla commistione tra funzione gestoria e funzione di controllo. Il problema della “personalizzazione” della responsabilità penale del professionista operante con ruoli “di vertice” all’interno di una struttura societaria, riceverà, in ogni caso, ampia ed approfondita trattazione nel prisma della c.d. “delega di funzioni”, dai limiti di ammissibilità della quale dipende, in ultima analisi, un giusto ed equilibrato rapporto tra la posizione di garanzia dei soggetti apicali e il rispetto del principio costituzionale di personalità colpevole della responsabilità penale. Condizioni e limiti di rilevanza di detta “delega di funzioni” costituiranno, pertanto, oggetto di ampia trattazione, allo scopo soprattutto di definire l’area di responsabilità penale del soggetto delegante, a titolo di concorso nel reato commesso dal delegato. Il tema dei “nuovi” controlli societari godrà di ampio spazio, con riferimento al problema della responsabilità penale dei professionisti che ricoprano mansioni di controllo in seno alle società. Sicché, costituiranno oggetto di analisi i principali riflessi penali della responsabilità degli organi di controllo, in relazione a reati quali, ad esempio, il falso in bilancio e la bancarotta societaria impropria, che sono strettamente connessi agli obblighi di vigilanza che devono essere assolti da questi soggetti. Non si mancherà, altresì, di approfondire i profili penalistici concernenti il professionista in occasione di momenti critici per l’impresa.
Infine, si tratterà del ruolo degli operatori bancari in relazione alla repressione del fenomeno dell’usura ed in particolare delle commissioni di massimo scoperto nel determinare il TEG (tasso effettivo globale), anche con riferimento alle istruzioni fornite dalla Banca d’Italia al riguardo, sino ad occuparsi anche del problema delle forme di responsabilità penale direttamente riconducibili ai professionisti operanti in campo tributario, in relazione ai reati di evasione fiscale.