L'ondata di scalpore prodotta dal rinvio a giudizio per usura dei responsabili di tre banche non accenna a placarsi.
Grande la soddisfazione di colui che ha fatto scoppiare il caso con un suo esposto, Antonino De Masi:
''Da 50 anni – ha detto De Masi – operiamo nella piana di Gioia Tauro subendo angherie e atti criminali pazzeschi. La mia famiglia ha una storia, ha lottato contro la criminalita' da moltissimi anni. Crediamo nell' essere protagonisti della nostra vita. Ci siamo assunti l' onere di denunciare pubblicamente l' aggressione della mafia, non da oggi ma gia' dalla fine anni '80 e di mafia non siamo morti. Ma stavamo rischiando di morire di aggressione di un sistema bancario prima che venisse scoperto di quali comportamenti poco chiari fosse protagonista. Oggi confido nella magistratura, che faccia chiarezza su quanto avvenuto. Sono soddisfatto perche' e' una lotta impari di un cittadino calabrese, di un piccolo imprenditore, contro il maggiore potere che c' e' in Italia. Ho cercato di essere Davide contro Golia sperando di riuscire a dimostrare che anche Davide, non solo nella mitologia, ma anche nella realta' puo' sconfiggere Golia, ma e' una battaglia impari che non so' come sono riuscito a portare avanti''.