Quando la piazzetta del quartiere si trasformò in selva cittadina. La fontana a dire il vero, non ha mai funzionato. Refrigerio solo immaginario nella prossima calura estiva, ma in molti non disdegnerebbero l’idea di poter usufruire almeno delle vicine panchine. E’ piazza Marconi.
Al di là del ponte sì, ma in fondo a solo qualche centinaio di metri dal centro cittadino inteso in senso classico. La sua piazza nel bel mezzo del quartiere, sembra essere quasi messa lì a fare da collante e punto di aggregazione tra i suoi residenti. In realtà, escluso qualche raro cane, non autorizzato tra l’altro, nessuno ci va. Il motivo è presto detto. I rami dell’erba selvaggia, arrivano fino allo schienale delle panchine. Impossibile sedersi. E dove va bene, ci pensano gli insetti ad allontanare gli arditi passeggiatori stanchi del rione Marconi. Non va meglio ai bambini che le giostre, tre in tutto, se le devono conquistare immaginandosi piccoli Indiana Jones…ma a loro in fondo l’energia e la fantasia non manca. Cornice al tutto, un cumulo di immondizia, ben sistemata a bordo piazzetta. Copertoni da escavatore, un frigo, qualche bidone, pezzi vari e sparsi e chi più ne ha più ne metta. Insomma neanche a portarsi il famoso DDT dei nostri nonni, ci si può immaginare a rilassarsi in panchina a discutere di Italia e Mondiali. I residenti del Marconi sono avvisati. Per quest’anno tutti a casa col condizionatore.