Era il 21 luglio del 2004 quando la DIA e la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria portarono a compimento un'operazione che vedeva inquisite per infiltrazioni mafiose nella Pubblica Amministrazione 15 persone tra le quali diversi amministratori di Calanna e S.Alessio, nonchè il presidente pro tempore della comunità montana versante dello Stretto, Nino Micari, il quale lasciò la carica per dare la più ampia disponibilità alle indagini.
Dopo quasi due anni il primo grado di giudizio, davanti al GUP in sede di rito abbreviato, ha assolto tutti gli imputati con la formula più ampia possibile: "perchè il fatto non sussiste".
Oggi Micari può giustamente sorridere e dichiara: "Ho aspettato serenamente che la giustizia facesse il suo corso, e la giustizia e' arrivata: sono stato assolto in tribunale perche' il fatto non sussiste. Con rinnovato impegno proseguiro' nel mio ruolo di amministratore politico perche' pulito ero prima, pulito sonoora, pulito saro' in futuro".
"Dopo ilriconoscimento della mia piena assoluzione – afferma Micari -non ho pero' visto i tanti esperti dell'Antimafia politici e non, vedi ad esempio l'ex vicepresidente on. Angela Napoli, non dico disponibili a chiedere scusa, ma almeno pronti a riconoscere l'errore di valutazione commesso nei miei confronti, perche' non avevano letto le vere carte del
processo. Oggi che in parte mi viene restituita la dignita' dipersona e d'esponente politico, assisto ad un silenzio inconcepibile anche da parte di taluni organi di stampa e televisioni che nelle cronache di quelle giornate mi avevano collocato in prima pagina con pesanti accuse"