Il ponte sullo Stretto, torna a far parlare di sé e crea polemica. Renzi paragonato a Berlusconi.
Rifondazione Comunista chiede ai candidati alle primarie del Pd per la carica di governatore della Regione Calabria, di prendere una posizione chiara relativamente alle ultime dichiarazioni di Renzi, che vorrebbe “riesumare”, l’ormai accantonato progetto del ponte sullo Stretto. “Appare un dovere morale e politico – si legge in una nota del partito – che i due candidati alle primarie del PD, Callipo ed Oliverio, dicano chiaramente ai cittadini calabresi quale è la loro idea sulla possibilità che venga ripreso il progetto del Ponte sullo Stretto. Non dire una parola su questa questione tanto prioritaria significherebbe eludere uno dei temi centrali di oggi e dell’immediato futuro, nascondersi, non voler assumere impegni precisi. La qual cosa certo non deporrebbe bene per i due concorrenti”.
Il partito, inoltre, incalza: “Il Partito della Rifondazione Comunista, i movimenti ed i soggetti che si stanno impegnando nella costruzione del percorso collettivo che vedrà l’ “Altra Calabria” presentarsi autonomamente ed in alternativa alla coalizione governata dal PD alle prossime elezioni regionali, ribadendo la loro netta contrarietà alla logica delle grandi opere su cui si fonda il decreto “Sblocca Italia”, ritengono necessaria la ripresa di una pronta mobilitazione popolare contro la paventata ipotesi di riconsiderare la costruzione del Ponte sullo Stretto”.
“Le uscite di Matteo Renzi sull’evenienza che sia rivista la decisione in merito al Ponte sullo Stretto – continua il comunicato – ci lasciano allibiti. Dopo anni di proteste da parte della popolazione calabrese e siciliana, di partiti, movimenti ed associazioni che hanno coinvolto decine di migliaia di persone sulle due rive dello stretto, addirittura il governo dell’iper-liberista Mario Monti aveva sancito l’abbandono di quel nefasto progetto”.
E poi, arriva un affondo al Premier, paragonato a Berlusconi. “Il governo Renzi, governo di quella coalizione che vede il suo perno nel PD, ricalca – conclude il comunicato – le orme dei governi Berlusconi e resuscita quel progetto, affermandone la possibilità di una sua realizzazione. La mutazione antropologica del PD, su questo argomento come sulle questioni del lavoro, le riforme costituzionali, la politica estera, l’idea di scuola, è sempre più totale ed evidente. Le sterili dichiarazioni che vanno in direzione opposta da parte di qualcuno che si è autocondannato a stare nel recinto stretto dell’alleanza a tutti i costi con il PD (in cambio probabilmente di qualche insignificante assessorato e di altri strapuntini di potere)lasciano il tempo che trovano e servono solo per continuare a dire il contrario di quello che si fa”.