“Io sono testimone di verità. Da giovane nn avevo voglia di studiare ma solo di cantare!
Mi sento prima di tutto calabrese e poi Generale della Guardia di finanza”.
Ha esordito così il generale Emilio Errigo che ha preso parte oggi ad un incontro tenutosi all’Ite Piria di Reggio Calabria, insieme al sociologo Francesco Rao.
“È l’amore per la Calabria ad accomunare gli ospiti presenti oggi, con i loro discorsi sempre positivi sulle potenzialità e il futuro di questa terra”, ha detto Marianna Errigo, docente della scuola.
L’evento, che ha avuto luogo nell’Aula Magna per discutere su “I giovani della Calabria tra presente e futuro” appunto, ha visto inoltre il contributo di Giuseppe Nucera, presidente Confindustria e di Domenico Napoli, direttore del Cefris.
“Quando si parla di futuro si parla di costruire un progetto di vita. – ha detto Rao – Quello che spero oggi é di non mettervi alcun dubbio, anzi di incuriosirvi.
Non sbaglia solo chi sta fermo – ha ribadito più volte – e chi si tira indietro. Lo studio è tutto. Senza di esso come potete proiettarvi nel vostro futuro. Il mio augurio è che siate curiosi. E quando questo diventerà il vostro problema principale non vi accontenterete e avrete molte più porte aperte. Dobbiamo riappropriarci dell’elemento umano”.
Ha parlato invece della sua collaborazione con Giovanni Falcone, il generale Errigo: “Mi diceva sempre che la grandezza dei giovani non ha limite. E che quello che facciamo lo dobbiamo fare per i giovani e per i vecchi.
Divertitevi a cercare sul telefono cercate la parola bene. – ha detto ai ragazzi presenti – Io parlo del bene dal punto di vista giuridico, come risorsa economica. Noi calabresi distribuiamo bene e ospitalità a costo zero, in un mondo in cui si paga anche l’aria che si respira. I giovani calabresi sono una forza”.
Una platea incantata ha assistito agli interventi dei due ospiti, seguiti da Nucera e Napoli.
“Abbiamo pensato ad un programma che coinvolge i calabresi che studiano fuori. E lo facciamo perché i vostri genitori pagano per dare un futuro ai propri figli. – ha detto poi il presidente di Confindustria – Andatevene, formatevi, ma tornate nella nostra terra.
La grande comunicazione vede la Calabria come la coscienza sporca di questo paese. Noi nn diciamo che la mafia non c’è, saremmo degli stupidi. Ma è ovunque. Non solo qui. Il futuro è nelle vostre mani e ovunque vada il calabrese ha successo”.
A moderare l’incontro è stata Grazia Condello, vicepreside dell’istituto, visibilmente soddisfatta della buona riuscita dell’evento.
“Per me oggi è una grande emozione. Quello che voglio sottolineare è il concetto bello di sentirci tutti parte di una comunità educante sul territorio. Oggi emozione grande”.
Ed è stato poi Domenico Napoli ad intervenire. Lui che da anni si spende nella formazione delle figure professionali per i giovani che in Calabria vogliono costruire il loro futuro.
“La storia la dice lunga sulla parte buona della Calabria, nonostante le varie contraddizioni. – ha detto – Gioia Tauro è una grande contraddizione ad esempio. Il Cefris é nato proprio nel momento in cui la città del porto si stava sviluppando e si aveva bisogno della formazione di figure professionali.
Cosa manca a Gioia Tauro? Dal punto di vista fisico c’è tutto, ma viene sempre fuori la questione ambientale, la mafia quindi.
La verità però è che ci sono aziende che sono interessate a Gioia Tauro. Mancano professioni che pensino a cose nuove, menti di ragazzi diplomati. Prima si parlava di competenze, ora Invece si parla di conoscenze. Gioia Tauro può essere una grande opportunità, – ha concluso- ma ci dev’essere la curiosità e la flessibilità anche da parte vostra. L’indirizzo intrapreso è quello giusto. Serve la giusta apertura mentale che vi permetta di spaziare e adattarvi”.
Imprevisto infine un contributo da parte del sostituto procuratore Alberto Cianfarini, che ha parlato di legalità, rispetto e condivisione. “Se si vive nella legalità, – ha detto – si vive tutti meglio”.