di Guido Leone – Il rapporto tra politica e cultura è un vecchio nodo del nostro dibattito sociale. Bisogna affrontarlo dalle origini, dalla scuola. E, parlandoci francamente,nonostante le riforme,
dal carattere spesso pa-lesemente contingente,le nostre scuole,in particolare quelle secondarie,sanno ancora di antico.Cosa offrono i programmi ai giovani d’oggi, a questi ragazzi che pure sono assai più maturi e responsabili di quelli che li hanno preceduti- e questo lo verifichiamo giorno per giorno ,una per tutte ,la re-sponsabile partecipazione alle manifestazioni “Tabularasa-Formamentis”,organizzate da Strill.it e dall’Associazione “Urba”.
Quali sforzi si fanno per introdurre nell’educazione i principi di quel nuovo umanesimo che va sca-turendo dal progresso scientifico?
Chi si preoccupa di avvicinare i giovani alla vita politica perché domani possano sentirsi cittadini perfettamente inseriti nella società?
La libertà o la democrazia si insegnano soprattutto tra i banchi di scuola. Poi ognuno giunge-rà,liberamente,alle proprie conclusioni politiche. Ma una base culturale comune è indispensabile. Prima la cultura,insomma,poi la ricerca della ideologie, la cui profonda crisi non deve essere confusa con la rinuncia a determinati patrimoni ideali.
L’uomo ha bisogno di idee in cui credere ,di traguardi morali da raggiungere,di convinzioni intime da difendere. E proprio il recupero di una precisa identità ideale permetterà un più sereno confronto con il mondo della cultura. Ch’è anch’esso composto da uomini,partecipi degli stessi problemi e pronti a collaborare nella ricerca di valide soluzioni sociali. Sia pure con il dissenso, espressione di una autentica dialettica democratica.
Necessità di una effettiva formazione civile,esigenza della cultura,riscoperta del proprio patrimonio ideale,sono in parte le condizioni da assolvere per realizzare una comunità migliore,anche se il di-scorso è evidentemente più complesso.
C’è una pesante crisi economica da superare,una insidiosa e pesante presenza condizionante della malavita organizzata da mettere al bando,un intero processo di ridefinizione nazionale da portare avanti.
Direi, perciò, che le condizioni fondamentali sono queste:permettere ai cittadini di esprimersi libe-ramente,senza alcun condizionamento,e ,attraverso una adeguata riforma elettorale, costruire una società realizzata su un reale consenso.
Credo che tutti dobbiamo lavorare per lasciare alle giovani generazioni una società libera, democra-tica, pluralista. E ,magari, più colta.