Sulla vergognosa vicenda relativa all'imminente chiusura dell'hospice di Reggio, il capogruppo di An in Consiglio comunale, Antonio Nicolò, interviene in maniera pesante ed altamente provocatoria.
Di seguito la nota integrale.
Ci si rincorre a “suon di comunicati stampa” con un “ping-pong mediatico” ma i problemi tali rimangono, anzi si incancreniscono, nell’indifferenza più totale. Non mi risultano, ad oggi, atti concreti alla soluzione dell’Hospice se non le “preannunciate” e consequenziali dimissioni del Vice-presidente del Consiglio Comunale, in quanto il consiglio comunale non si è riunito (almeno nei tempi previsti dal regolamento).La cosa rientra nella “normalità” perché la convocazione del consiglio comunale segue un “iter particolare” dal quale non si deroga e Ferraro “dovrebbe” saperlo.E poi, essendo l’Hospice un centro di cure palliative per malati terminali, altro non si può fare se non adottare la “cura politica per eccellenza”: quella palliativa appunto!L’unica differenza, purtroppo, è che questo tipo di politica pur essendo “terminale” non muore mai!L’ Asp ha un “buco” da 5oo milioni di euro, dunque una voragine, un cratere ma questa è un’altra storia.Certo si potrebbe fare una bella inaugurazione del sopra citato buco, con taglio del nastro da parte delle Autorità e relativo rinfresco. La stampa ne riporterebbe l’evento a grandi titoli e tutti ci sentiremmo sereni e felici.E dopo qualche altro giorno si potrebbe inaugurare il “buco Sogas” . E cosi via.Di buchi ne abbiamo a sufficienza come il formaggio svizzero!Ma a parte l’ironia (che serve per superare la disperazione in cui versiamo) viene spontaneo chiedersi: perché tutto questo ? Quando finirà? Quale è la soluzione (ove mai vi fosse una soluzione)? Qual è la verità?Alla domanda di Pilato “che cos’è la verità?”, durante la fase decisiva del processo, Gesù “non diede risposta”.In realtà Pilato non era interessato alla risposta. Esattamente come tanti intellettuali di questo tempo. La sua non era una domanda, ma una battuta scettica e sarcastica buttata lì mentre stava uscendoNon so se è una mia impressione (oppure la realtà), ma credo che nessuno sia interessato alla verità ma che piuttosto si preferisca nasconderla.Una soluzione per l’Hospice (considerata la nostra realtà) , a questo punto io la propongo, evitando a chicchessia l’incombenza di dimissioni, di raccolte firme, di consigli comunali, di commissioni conoscitive e “frattaglie” varie: CHIUDIAMO L’HOSPICE.Perché in uno sfascio totale della sanità ci deve essere una struttura che funziona perfettamente? Una struttura che si preoccupa dell’ammalato più debole che senso ha di esistere ?Lasciamola morire questa struttura e lasciamoci morire tutti noi, altrimenti verremo uccisi giornalmente dalle “nefandezze” da parte di chi è deputato ad interessarsi della comunità.Una struttura vitale e viva, che offre sollievo ai più sfortunati che senso ha di esistere nel contesto di una società votata al “suicidio di massa” ?E’ chiaro che questo “stride e contrasta” con lo squallore imperante di questa città, dove l’unica preoccupazione è quella del proprio interesse, della carriera politica, dell’immagine, della furbizia spicciola, dell’arroganza del potere e del servilismo di tanti nanetti.CHIUDIAMO L’HOSPICE. Lasciamolo morire in pace dopo aver operato bene in vita.Dopo che tante “energie pulite” si sono spese in qualcosa di cui si sta perdendo traccia: l’amore verso gli altri.CHIUDIAMO L’HOSPICE e lasciamoci dietro anche questo “spiraglio di luce”, le tenebre continueranno ad essere favorevoli a quanti “operano nel buio” regalandoci “illusorie speranze” e “confortevoli pacche sulle spalle”.CHIUDIAMO L’HOSPICE prima che qualcuno di buona volontà (se è rimasto) proponga o faccia qualcosa per impedirlo. Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale-