L’ondata di maltempo che da sabato imperversa nel nostro Paese sta stimolando riflessioni di vario genere, e la gente si chiede se il clima stia impazzendo: com’è possibile, infatti, che proprio nei primi giorni dell’estate le condizioni meteorologiche sono caratterizzate da freddo e maltempo così intenso?
Se vogliamo dare una risposta a queste domande, dobbiamo partire dal presupposto che in meteo/climatologia le risposte sono chiare, semplici, oggettive e scientifiche: parlano i numeri, sottoforma di dati meteoclimatici.
La risposta a tutti i nostri interrogativi arriva direttamente dagli archivi meteorologici e dagli annali di climatologia in cui sono gelosamente custoditi tutti i dati storici di temperatura, umidità, pioggia, vento e pressione delle varie località d’Italia.
Affidarsi ai dati rigorosamente precisi e attendibili ci obbliga a mettere da parte le nostre personali sensazioni, le nostre emozioni e i nostri ricordi: è inutile dire “io un tempo così a fine giugno non l’avevo mai visto” quando poi i dati storici smentiscono, in modo assolutamente chiaro, netto e incontrovertibile, le nostre memorie personali.
Proprio da un’attenta analisi della storia climatologica del nostro Paese, possiamo dire con assoluta cognizione di causa che in questi giorni di freddo e maltempo non c’è nulla di strano o di particolarmente anomalo.
Non c’è nulla di strano o di particolarmente anomalo perchè la storia ci dice che sempre, nei secoli dei secoli, le estati Mediterranee, pur caratterizzate in prevalenza da miti fasi anticicloniche, subiscono brusche e veloci pause caratterizzate da fenomeni meteorologici estremi e temperature al di sotto delle medie del periodo. Pause che sono solitamente brevi e veloci, come in questo caso.
Le nostre sensazioni personali, invece, e quelle cioè che ci spingono a dire che “io un tempo così a fine giugno non l’avevo mai visto”, evidenziano quanto possiamo avere la memoria corta, anche perchè non c’è bisogno di avere alla mano gli annali di meteorologia per ricordare che tipo di estate abbiamo vissuto nel 2006 (quindi appena tre anni fa!) e nel 2002 (quindi appena sette anni fa!): in entrambi i casi la “bella stagione” fu caratterizzata (ovviamente a fasi alterne) da violenti episodi di maltempo accompagnati da fresche temperature.
E’ chiaro, comunque, che l’estate è la stagione del mare, del sole, delle spiagge e degli anticicloni (siano Azzorriani o SubTropicali).
La normalità di un’ondata di maltempo come quella di queste ore deriva dal fatto che è destinata a durare pochi giorni in un contesto stagionale assolutamente mite e stabile: non dimentichiamoci che dopo l’eccezionale maltempo record del periodo che è andato da settembre 2008 ad aprile 2009, comunque abbiamo vissuto una fase trementamente secca e calda da inizio maggio fino a pochi giorni fa: già l’estate sembrava essere arrivata in netto anticipo, e più volte abbiamo avuto richiami anticiclonici intensi come quello di fine maggio quando i valori termici hanno superato molti record storici al centro/nord Italia.
E anche il mese di giugno, fino a pochi giorni fa, era stato caldo, mite e anticiclonico.
E’ chiaro che se una fase così fresca e perturbata dovesse prolungarsi nel tempo per diverse settimane, o addirittura per un mese o per tutta l’estate, in quel caso sì che staremmo a parlare di una netta e pesante anomalia.
Ma qualche giorno di cupo maltempo, isolato tra lo sterminato sole estivo, c’è quest’anno come c’è sempre stato nella storia.
Basti pensare, oltre ai già citati 2006 e 2002, al mese di giugno 1997 che fu pesantemente caratterizzato dal maltempo al nord Italia: a Milano Malpensa caddero ben 414mm di pioggia, a Bergamo 313mm, a Milano Linate 267mm, a Piacenza 242mm a Brescia Ghedi 175mm, a Genova 163mm.
Altro giugno piovosissimo fu il 1992, quando a Campobasso caddero 330mm di pioggia, a Piacenza 296mm, a Torino ben 210mm, a Napoli 125mm e a Roma Fiumicino 108mm!
E come dimenticare il 1999?
Per Verona è l’anno del giugno più piovoso di sempre, con addirittura 500mm mensili!
Piovoso è stato anche il giugno 1980 con 186mm a Genova, il giugno 1986 con 135mm a Pescara e il giugno 1986 con 193mm a Perugia e 110mm a Firenze.
E chiaramente giugno non è l’unico mese estivo in cui possono scatenarsi i più violenti fenomeni dell’atmosfera: anche tra luglio e agosto, che segnano la fase “clou” dell’estate, è capitato spesso di avere brusche interruzioni con giornate dominate dal maltempo.
E’ il caso del luglio 1981 quando a Bergamo caddero 259mm di pioggia, a Campobasso 245mm, a Milano 160mm e a Torino 134mm.
Notevole anche il luglio 1986 con 136mm a Bologna e 108mm a Napoli, ma il più perturbato degli ultimi decenni è stato senza dubbio il giugno 1989 quando a Venezia caddero 261mm di pioggia, a Rimini 231mm, a Treviso 225mm, a Brescia 181mm, a Firenze 178mm, a Bergamo 168mm, ad Ancona 145mm, a Bologna 126mm, a Udine 124mm, a Roma 107mm, a Bari 90mm e a Messina 50mm.
A proposito di Messina: da segnalare gli 81mm del luglio 1993, e a proposito di Bari sono notevoli i 99mm del luglio 1996.
Osserviamo anche qualche dato storico di agosto: nel 1995 il mese che solitamente vede concludersi l’estate ha anticipato l’autunno con precipitazioni abbondantissime in tutto il Paese: 263mm ad Ancona, 148mm a Udine, 137mm a Messina, 130mm a Rimini, 121mm a Brindisi, 108mm a Verona, Treviso e Piacenza, 103mm a Taranto, 94mm a Palermo e così via …
Notevoli, nell’agosto 1990, gli 86mm di Catania.
Abbiamo scelto volutamente dagi del ventennio 1980-1999 per render contezza del fatto che anche in tempi recenti (o addirittura, climaticamente, molto recenti) di ondate di maltempo come quella che in questi giorni sta sferzando l’Italia ce ne sono state tante.
Sarebbe anomalo, come già accennato, che il maltempo e il fresco perdurassero durante tutto il corso dell’estate: non è impossibile, e in passato è già avvenuto. Si è trattato degli “Anni senza Estate”, episodi estremamente rari nella storia degli ultimi secoli, e determinati quasi sempre da fenomeni vulcanici: la polvere emessa da quelle che furono alcune tra le più violente, devastanti e distruttive eruzioni vulcaniche proteggeva parzialmente la terra dai raggi del sole, provocando così un diffuso abbassamento delle temperature.
Il 1816 viene ricordato come “L’anno senza Estate” per antonomasia.
Fu una stagione terribile, con conseguenze drammatiche per la scarsità dei raccolti soprattutto in Francia e nei paesi già provati dalla carestia provocata dalle guerre Napoleoniche che si erano concluse nel 1815 con la sconfitta di Waterloo e l’esilio di Napoleone a Sant’Elena.
Nel mese di giugno abbondanti nevicate colpirono alcune zone di pianura dell’Europa centrale, poi messe a dura prova dal gelo di luglio e agosto (!!)
Tutto ciò fu provocato da numerose e violente eruzioni che negli anni precedenti contribuirono ad accumulare un abbondante e spesso strato di polveri vulcaniche nell’atmosfera: il vulcano Soufriere sull’isola di St. Vincent eruttò nel 1812, il Mayon nelle Filippine nel 1814 ed il Tambora sull’isola di Sumbawa in Indonesia nel 1815.
L’eruzione piu importante e che contribui maggiromente con le sue polveri fu proprio quella del Tambora che immise nell’atmosfera da 69 a 190 Km3 di polvere e cenere vulcanica dal 7 al 12 Aprile 1815 e che generarono un velo intorno al globo terrestre.
L’eruzione del Tambora, fu una delle più violente che l’uomo ricorda: la quantità di ceneri immesse nell’atmosfera causò la completa oscurità per tre giorni per un raggio di 500 km intorno al vulcano.
Venendo più verso i giorni nostri non possiamo non ricordare l’eruzione del Krakatoa nel 1883, che è tuttora considerata tra le più violente dell’era moderna. Proiettò una gigantesca nube di gas e materiale a 38 chilometri di altezza, e fu equivalente, come potenza, all’esplosione di 200 milioni di tonnellate di tritolo!
Un’altra grande eruzione, molto ma molto più vicina ai giorni nostri, fu quella del Pinatubo verificatasi il 15 giugno 1991 nelle Filippine.
L’attività eruttiva è durata circa 9 ore ed ha eiettato in atmosfera circa 7 chilometri cubi di materiale.
Si ritiene che quella del Pinatubo sia per importanza seconda solo all’eruzione del 1883 del Krakatoa.
La ridotta radiazione solare alla superficie terrestre, a causa degli aerosol prodotti, provocò una diminuzione della temperatura di circa 0,4°C su gran parte della Terra per gli anni 1992/1993.
Non possiamo non citare l’esplosione forse più intensa degli ultimi 3000 anni: l’Isola greca di Thera (Santorino) nel 1627 a.C., le cui conseguenze climatiche si rilevano nello studio dell’accrescimento degli anelli dei tronchi degli alberi, e che per ben due secoli (fino al 1400 a.C. circa) testimoniano, nelle foreste di tutto il nord europa e nord america addirittura, tassi di accrescimento notevolmente ridotti e minimali rispetto al normale.
Certamente il 2009 non sarà un anno senza estate: non abbiamo vissuto nei mesi scorsi violentissime eruzioni vulcaniche, e quindi possiamo metterci l’anima in pace: anche quest’anno l’estate farà sul serio, in termini di sole e caldo, e ci consentirà di goderci le nostre belle e spensierate vacanze in riva al mare.
A parte brevi, veloci e normalissime pause perturbate come quella iniziata sabato scorso, e ormai in fase di conclusone.