di Anna Foti – Ordinato sacerdote il 20 settembre 1902 dal cardinale Gennaro Portanova, arcivescovo di Reggio Calabria, e santificato
nel 2005 da Papa Benedetto XVI, padre Gaetano Catanoso è ricordato come il confessore della Chiesa Reggina, che si definiva “l’asinello di Dio”, emblema della semplicità e dell’umiltà coltivate in preghiera. Nel mistero del Volto Santo, della cui testimonianza incessante ha arricchito l’esistenza sua e di quanti lo abbiano incontrato lungo il suo cammino, Padre Catanoso ha vissuto tra Pentidattilo e Reggio Calabria, dove è stato parroco della chiesa della Santa Maria della Purificazione (detta Candelora), senza dimenticare la sua città natia, dove è stato sempre accolto in festa, Chorio, una frazione del comune di San Lorenzo dove è nato nel 1879 da mamma Antonina Tripodi e papà Antonio Catanoso, entrambi agricoltori. Entrato in seminario Arcivescovile a Reggio a soli dieci anni, fu parroco di Pentedattilo, per 17 anni. In questo periodo si accese la devozione al Volto Santo. « Il Volto Santo — affermava — è la mia vita. Lui è la mia forza », soleva affermare.
Parroco a Reggio Calabria per oltre due decenni, nella chiesa consacrata a Santa Maria della Purificazione, egli incarnava la misericordia, l’accoglienza ed anche la riparazione dei peccati, essendo devoto alla Madonna Di La Salette, venerata nell’omonima località in Francia dove, il 19 settembre 1846, due ragazzi, Maximin Giraud e Mélanie Calvat, furono testimoni della sua apparizione.
A Reggio, per la profondità della sua Fede, i superiori gli affidarono incarichi delicati tra cui quello di direttore spirituale del Seminario Arcivescovile (1922-1949), cappellano degli Ospedali Riuniti (1922- 1933), confessore degli Istituti Religiosi cittadini e del carcere (1921- 1950), canonico penitenziere della Cattedrale (1940-1963), rettore della Pia Unione del Volto Santo, trasferita da Pentidattilo a Reggio nel 1950, con decreto di monsignor Demetrio Moscato, Arcivescovo di Salerno ed Amministratore Apostolico di Reggio e di Bova (www.vatica.va)
Oggi Padre Gaetano Catanoso, beatificato da papa Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997, proclamato Santo il 23 ottobre del 2005 da Papa Benedetto XVI, rende la provincia di Reggio Calabria, di cui è patrono da alcuni anni (dopo l’accoglimento da parte della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti della Santa Sede della richiesta dell’allora vescovo Vittorio Mondello), orgogliosa di avere ospitato il promotore dell’Opera dei Chierici Poveri, a sostegno di giovani indigenti che volessero divenire sacerdoti, e il fondatore della Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo istituite nel 1934, con il sostegno dell’amico don Luigi Orione, ed approvate dal vescovo Giovanni Ferro e dalla Santa Sede nel 1953.
Ispirate alla figura della giovane e caritatevole Veronica che asciuga il volto di Cristo lungo il calvario verso la Croce, la Congregazione opera attraverso asili e scuole di formazione, come quella sita anche a Chorio di San Lorenzo dove il Santo è nato e dove la casa dell’epoca, ristrutturata recentemente, è meta di pellegrinaggi.
Padre Catanoso muore a Reggio Calabria il 4 aprile del 1963 dopo avere promosso iniziative a sostegno delle vocazioni ecclesiastiche; egli fu il primo prete diocesano della storia della Chiesa reggina ad essere beatificato e ad essere santificato.
“Una luce si è spenta sulla terra, per risplendere di più vivo fulgore in Cielo”, disse profeticamente al suo funerale – il 5 aprile del 1963 – l’allora arcivescovo di Reggio, monsignor Giovanni Ferro.
Egli ha riscoperto Veronica e la sua Misericordia in Aspromonte a contatto con i drammi sociali, con intere generazioni di bambini senza guida e parrocchie senza assistenza. Le suore Veroniche nascono per essere «gente che sa parlare alla propria gente, che ama il Signore in semplicità, che non chiede se nel paese dove è mandata c’è la casa o il giardino. Gente che va senza pretendere nulla, che si sacrifica, che soffre, che aiuta la Chiesa». A loro diceva: « Il vostro posto è quello che gli altri hanno rifiutato, tra la gente più povera e più umile ».
Hanno fatto proprie queste parole le suore Veroniche della congregazione; anche coloro che non lo hanno conosciuto ma che di lui hanno letto e sposato la missione di carità.
“L’Eucarestia è come un velo che, sul volto dei fratelli e delle sorelle, nasconde il volto di Cristo”. Sintetizza così l’insegnamento più pregnante di padre Gaetano Catanoso, il primo Santo reggino, patrono della Provincia di Reggio Calabria e della Polizia Provinciale, la superiora generale Tiziana Codello, originaria di Treviso, a Reggio da sei anni e adesso alla guida della congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo di Reggio Calabria. Il Santuario del Volto Santo, che ospita la salma del compianto Padre fondatore che però non arrivò a vederlo completato, è una delle opere della congregazione.
Nei giorni scorsi, in occasione dei festeggiamenti in onore dell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di padre Catanoso – il 20 settembre 1902 – il santuario ha accolto numerosi fedeli riuniti in preghiera. Un’occasione per condividere la Fede nel ricordo di un uomo che è stato un grande Padre in questa terra difficile e che ha inteso lasciare un’eredità concreta rappresentata da questa congregazione e dalle opere che essa promuove. L’insegnamento nelle scuole più povere ed ai bambini più emarginati, oltre che il soccorso ai bisognosi, anziani in primo luogo, queste le due strade tracciate dal padre per la congregazione che oggi, con le sue cento suore, segue le scuole sei scuole del reggino (Chorio di San Lorenzo, Reggio Calabria, san Giovanni di Sambatello, Pellegrina, Serrata e Candidoni) e le altre due a Roma ed a Salerno. “Vi è anche un gruppo più esiguo impegnato nella Filippine ed in Tanzania. Sono quattro inoltre i pensionati dislocati tra Reggio, Scilla e Gallico dove gli anziani trovano accoglienza e affetto”, ci racconta Madre Tiziana Codello.
Tanto entusiasmo e devozione per l’attività parrocchiale, inoltre nella Chiesa di San Gaetano Catanoso di via del Gelsomino, “edificata neppure dieci anni fa che ha assorbito per continuità territoriale anche le parrocchie di Sant’Anna e dello Spirito Santo. La nostra consacrazione ai valori della Congregazione non avrebbe senso senza la scoperta del volto di Cristo nell’altro, senza la contemplazione costante del miracolo della Misericordia e la ricchezza che l’incontro con ciascun fratello e ciascuna sorella rappresenta, se immerso nella luce del Cristo”, spiega madre Codello che sottolinea, altresì, la partecipazione ai festeggiamenti appena conclusisi in onore del Santo padre reggino ed auspica un maggiore coinvolgimento nell’attività parrocchiale da parte della cittadinanza durante l’anno.
Le reliquie del Santo sono testimonianza itinerante di Fede nel reggino. Meta di pellegrinaggi, anche dalle altre città della Calabria dove sia stata eretta una chiesa in nome del primo santo di Reggio Calabria, è il Santuario, sito in via Andiloro, luogo di preghiera, silenzioso che ancora custodisce la stanza del Padre così come l’ha lasciata al momento della morte nel 1963.
“Era un uomo tutto di Dio, immerso in contemplazione. Lui mi ha insegnato a cercare e trovare negli altri il Cristo, come Veronica (dal latino Vera Icona, Vera immagine) fece asciugando il volto sofferente di Cristo sulla via verso la crocifissione”, racconta emozionata Maria Angela Polifrone, suor Cecilia per la Chiesa, originaria di Scilla che a soli 18 anni conobbe padre Catanoso, quando gli comunicò l’intenzione di prendere i voti. Suor Cecilia non dimentica l’insegnamento del Padre che era solito affermare: «La devozione al Volto Santo si incentra nel sacro velo della Veronica dove nostro Signore impresse col suo preziosissimo sangue i lineamenti della sua Faccia divina. È una reliquia preziosissima che la Chiesa conserva e che noi adoriamo. Ma se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù, non l’immagine sola, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia, ove col Corpo e Sangue di Gesù Cristo si nasconde sotto il bianco velo dell’ostia il Volto di Nostro Signore».
Questo il fulcro della sua Fede e della sua devozione all’Eucarestia richiamata anche da Papa Benedetto XVI durante l’omelia del 23 ottobre 2005 al momento della santificazione in piazza san Pietro a Roma: “Nell’Eucaristia noi contempliamo il Sacramento di questa sintesi vivente della legge: Cristo ci consegna in se stesso la piena realizzazione dell’amore per Dio e dell’amore per i fratelli. E questo suo amore Egli ci comunica quando ci nutriamo del suo Corpo e del suo Sangue”.
Adesso a Reggio da due anni, dopo aver girato l’Italia, Suor Cecilia sottolinea il coinvolgimento della comunità ai recenti festeggiamenti ricordando un santuario gremito dal momento iniziale del Triduo e del sacro Rosario, fino all’adorazione dell’Eucarestia ed alle Messe di apertura e chiusura dei festeggiamenti religiosi, rispettivamente affidate al parroco della chiesa di San Gaetano Catanoso, don Giuseppe Sorbara e il neo vescovo della diocesi Reggio Calabria Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini. Le celebrazioni intrecciate con la processione della vara della Madonna della Consolazione, patrona della città di Reggio Calabria, si sono pregiate anche della relazione di monsignor Francesco Milito, vescovo della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi intitolata “S. Gaetano Catanoso e l’Eucaristia” e dell’annuncio di un futuro appuntamento, a conclusione del 50° del Dies Natalis di S. Gaetano Catanoso, per sabato 19 ottobre p.v. quando monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, presso l’Auditorium del Santuario del Volto Santo, disquisirà sul tema “S. Gaetano Catanoso e il Volto Santo”.
Nutrito è stato anche il programma dei festeggiamenti civili in onore del Santo reggino, messo a punto dall’Associazione “Amici del Santuario del Volto Santo di S. Gaetano Catanoso” in collaborazione con le Suore Veroniche del Volto Santo e scandito dalla raccolta di sangue a cura dell’Adspem, dalla raccolta di viveri per i poveri, dalla mostra fotografica e dalla proiezione dei video dedicato alla vita di San Gaetano Catanoso, con serata musicale finale nella Piazza antistante al Santuario “Ponticello”.