25.000 iscritti e simpatizzanti ai sindacati hanno invaso Reggio Calabria.
Un corteo ed una manifestazione Cgil, Cisl e Uil hanno voluto dedicare all’Italia unita destinata a ripartire da una ripresa del Sud, scagliandosi contro l’autonomia differenziata.
L’idea che presto potrebbe essere ufficializzata la coesistenza di due Italia a velocità differente non affascina gli oppositori della Lega.
Particolarmente provocatoria è l’opinione che Vittorio Feltri dà sul suo giornale, Libero.
Fa riferimento alle due anime del governo, in cui la Lega pretende l’autonomia ed il M5S reclama aiuti per il Sud.
Feltri evidenzia come il Settentrione traini la nazione e pertanto non avrebbe torto nel reclamare che le tasse pagate da chi abita nel territorio siano utilizzate nelle stesse zone.
Quello di Feltri è tuttavia un pensiero che, seppur con i soliti toni che faranno discutere, elenca le criticità del Mezzogiorno.
“Nel Meridione – scrive – non sono stati mai fatti investimenti finalizzati a creare infrastrutture idonee a favorire lo sviluppo. Lo Stato ha scialacquato miliardi e miliardi per dare denaro liquido alle terre povere, tutto sprecato o finito nelle tasche della criminalità mafiosa, e mai utilizzato allo scopo di realizzare infrastrutture (strade, Ferrovie, aeroporti) idonee a promuovere lo sviluppo”
Il Sud, secondo Feltri, a questo punto temerebbe di perdere la tetta da cui succhiare alimenti vitali e di sprofondare ulteriormente.
Particolarmente significativo l’ultimo passaggio:
“Dobbiamo renderci conto che il Paese, lungi dall’essere omogeneo, era e resta diviso in due parti, ciascuna delle quali difende a spada tratta il diritto di esistere, di non morire. Ecco perché l’autonomia non passerà mai nella forma approvata dai referendum in Veneto e in Lombardia. Allorché se ne occupasse il Parlamento, la cui composizione vede primeggiare numericamente la sinistra e in genere napoletani, calabresi e affini, la riforma o sarebbe bocciata tout court oppure approvata in misura omeopatica. Nessun si illuda, vincono sempre gli affamati e non chi li nutre”
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