Faccio un’ultima considerazione e replica, necessariamente consequenziale alla emotiva e pertanto scomposta e isterica, reazione di De Nisi, rispetto alla mia vibrante denuncia
politica contro di lui e la sua gestione. Nessuno vuole diffamare e calunniare chicchessia, perché la denuncia che ho espresso costituisce una verità che confermo e che confermerò anche davanti al giudice se, e quando, davanti ad esso sarò chiamato. Se De Nisi avesse mostrato un minimo di intelligenza avrebbe capito che il dibattito rimane politico, e solamente politico. D’altra parte quale reato, un magistrato, può rilevare in una verità politica, nella libera espressione di un pensiero politico?
La querela di De Nisi non è altro che l’ultimo atto di conferma, riscontro e riprova, del suo pur insidioso disegno politico – elettorale volto ad eliminare i suoi avversari interni. Soggetto apparentemente silente e schivo, De Nisi in realtà utilizza i suoi ruoli contro gli interessi del partito, in modo insidioso, facendosi schermo e forza attraverso il partito. Ma rimane un cuore dissanguato, senza passione politica, inadeguato alla politica e per qualunque funzione amministrativa.
E’, la sua, una politica da smascherare, e che non appartiene solo a lui, purtroppo, appartiene a tanti cosiddetti “suonatori di musica” che vogliono costruire le proprie fortune attraverso il metodo edificativo di partiti parallelo-trasversali interni (e personali sul piano clientelare, a dir poco), strumentalizzando anche le funzioni ricoperte in questo e in quel momento.
E’ un metodo che finisce nella distruzione del partito, non già nel rafforzamento e nelle vittorie elettorali, è un metodo che finisce in realtà nella stessa auto consunzione, un metodo che non serve a nessuno, neppure a chi pretende di idearlo e gestirlo.
Questa è la nuda verità politica della sconfitta elettorale del centrosinistra su cui si intende porre attenta analisi e giudizio, se si vuole veramente ripartire. Questa è la verità su cui bisogna riflettere, e dobbiamo riflettere tutti, non solo De Nisi contro cui rivolgo le mie denunce direttamente, stigmatizzando il suo comportamento, ma anche Loiero, il capo regionale del partito Guccione, lo stesso Bersani, e tutti quanti all’interno del partito, se veramente ci sentiamo nel partito.
Se così non è, è meglio scioglierlo il partito, o quantomeno è meglio per ognuno prendere strade diverse. Bersani ed i miei riferimenti politici, Marini, Fioroni, Minniti, Adamo, saranno da me in queste ore informati del problema in sé e dei particolari da me denunciati: mi aspetto risposte politiche sui fatti nel merito dei quali De Nisi continua a glissare con imbarazzo, non certo querele.
Quello che voglio dire è che abbiamo perso per mancanza di lealtà e unità nostre e tra noi stessi, permettendo così che la coalizione opposta approdasse nella vittoria elettorale.
De Nisi ha ragione in una sola cosa, sono profondamente amareggiato per la mia sconfitta, ma nessuna vittoria può essere compiutamente tale, se insieme a chi vince non vince anche il partito e la coalizione a cui si appartiene.
La sconfitta elettorale dovrebbe ormai indurre De Nisi in particolare, a dimettersi ora e subito da presidente del Coordinamento provinciale e, ove mai non avesse in animo il Bene Comune, anche da presidente della Provincia.
Non ho da aggiungere altro.
Pietro Giamborino