É la Calabria la regione che registra il numero più alto di Comuni che hanno dichiarato il dissesto finanziario (ex articolo 246 del Tuel) o che hanno fatto ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, secondo dati vidimati nell’ottobre scorso dalla Corte dei Conti.
Tra i comuni entrati nel capitolo allarmante del dissesto (che prevede una via di uscita di 5 anni) a fine settembre 2018 figuravano, tra gli altri, Terni, Potenza, Gioia Tauro, Milazzo e Cefalù. Ma altre realtà, poco meno di 200, hanno invece avviato le procedure per il pre-dissesto – secondo le norme introdotte nel 2012 dal governo Monti per fermare un’emorragia di risorse, soprattutto nel Mezzogiorno – che prevede un piano di risanamento di 10 anni, prolungati a 20 con la manovra 2018 per tentare di salvare la situazione di Napoli. In questo elenco oltre al capoluogo campano figurano, oltre la già citata Catania, anche Foggia, Cosenza, Reggio Calabria, Messina, Savona, Frosinone, Rieti e Pescara.