L’ex agente del Sismi, Pazienza, in una ricostruzione pubblicata da “Il Fatto Quotidiano”, punta il dito contro il senatore reggino e noto avvocato Nico D’Ascola come colui che “ha salvato i latitanti a Dubai”, tra cui figura l’ex parlamentare Amedeo Matacena.
Il teste dovrà spiegare al tribunale di Reggio Calabria tra l’altro, i rapporti tra la cosca Araniti e l’ex segretario Dc Pino Pizza, l’uomo delle cene a cui partecipava anche Dell’Utri.
Gli si chiederà inoltre di far luce su una vicenda che vede protagonisti l’avvocato Stefania Franchini che vive in Libano da 27 anni e Nico D’Ascola. Sarebbe stata la donna a preparare il trattato di estradizione per i latitanti che, però, l’Italia non avrebbe mai potuto ratificare. Secondo Pazienza a spingere la mancata ratifica sarebbe stato “un avvocato che vive a Reggio Calabria, che ora è anche senatore e che è il presidente della Commissione Giustizia del Senato”.
Identikit che corrisponde a quello di Nico D’Ascola che, secondo le parole di Pazienza e su presunte indicazioni dell’avvocato Franchini, avrebbe bloccato la firma italiana da apporre vicino a quella, già arrivata, del Libano.
La mancata ratifica del trattato con gli Emirati avrebbe garantito la latitanza, ad esempio, a Matacena. Si tratta di accuse che vanno verificate e, per il momento, D’Ascola avrebbe preferito non commentare.