Il problema non sarà di quello che sposta gli equilibri sociali di una città martoriata sotto molteplici aspetti, però è sicuramente esemplificativo.
Sono passati quaranta giorni da quando i vandali (in realtà uno e già individuato) hanno imbrattato il portale della Chiesa di Piazza Carmine.
Eppure quella “A” di Anarchia è ancora lì, ripetuta più volte in una piazza delle principali delle città. Una specie di simbolo che qualcosa non funziona se nessuno si è degnato a trovare il sistema per lavare via l’onta di uno sfregio al bene comune, mosso probabilmente dagli effetti di uno scarso senso civico o da un deviato sistema finalizzato a sentirsi protagonisti.
Evaporato il clima di “caccia alle streghe” nei confronti di presunti brutti ceffi frequentanti abitualmente la zona sollevato dall’opinione pubblica, meritevoli di far innalzare il livello d’attenzione della forza pubblica su quel punto della città, nulla è stato più detto.
Nulla e nessuno si è mosso: né il Comune, né qualche organizzazione religiosa, né i cittadini.
E quella scritta resta lì, a titolo di sfregio di una città già profondamente sfregiata.