comprendere i comuni di Cannitello, Villa San Giovanni, Campo Calabro, Fiumara, Catona, Salìce, Villa San Giuseppe, Rosalì, Sambatello, Gallico, Podargoni, Cataforìo, Gallina e Pellaro.
Poi con decreto governativo del 26 gennaio 1933 Villa San Giovanni tornò ad essere comune autonomo, comprendendo da quella data anche Cannitello, Campo Calabro e Fiumara. Nel 1947 Campo Calabro e Fiumara tornarono comuni autonomi, mentre gli altri comuni accorpati per più di mezzo secolo subirono uno stato di carattere occupazionale da parte della vecchia Reggio che, considerava questi nuovi territori come posti d’esclusive località di campagna o balneari. Forte fu inoltre la difficoltà d’integrazione degli abitanti dei comuni accorpati a considerarsi parte integrante della nuova città. Da subito si notò la differenza di trattamento verso il territorio ed i loro cittadini da parte degli amministratori della Città. Iniziò un lungo calvario che portò spesso quelle realtà a manifestazioni forti con petizioni popolari per il ritorno alle proprie autonomie comunali. Pellaro e Gallico sono state le aree più spinte per il distacco dalla città capoluogo. Non se ne fece nulla, tutto restò invariato e quando oggi ormai è superata la questione integrazione, una cosa è rimasta tale e quale, l’abbandono permanentemente ininterrotto di queste zone periferiche della città.
E per la serie spesso ritornano, oggi, l’argomento è tornato ad essere dibattuto, con il riconoscimento di Reggio come Città metropolitana e della sua corrispondente Area Metropolitana, oltre che sul progetto dell’Area Metropolitana dello Stretto, che ha preso atto di un’unica realtà metropolitana data dall’integrazione delle due sponde dello Stretto.
Noi, I Riformisti, siamo stati e siamo tuttora entusiasti della decisione presa nel 2009 dal Parlamento nel riconoscimento di Reggio tra le dieci Città Metropolitane d’Italia, anche se oggi per dirla alla Lubrano ci sorge spontanea una domanda: Reggio è nelle condizioni di poter svolgere un ruolo così importante nel panorama politico ed in quello di vivibilità nello stato in cui si trova?
Noi, riteniamo che, bisogna cambiare marcia perché Reggio Città Metropolitana è un patrimonio che non si può minimamente disperdere e far fallire, per questo siamo molto perplessi per come chi è delegato sta affrontando tale tema.
Siamo dubbiosi sui tempi utili, è necessaria una forte accelerazione, non sono sufficienti alcuni incontri, anche se legittimi, per dire che si è sulla strada giusta. Noi crediamo che, va velocizzato un programma di lavoro che riguarda tutto quello che ce da fare, in modo che, entro i primi mesi del 2013 si possa approvare e portare avanti.
Siamo molto preoccupati, anche, per il ruolo che può avere la Città Capoluogo commissariata per contiguità con la ndrangheta, con le casse vuote e con debiti da far mettere le mani ai capelli anche a chi capelli non ce li ha.
Noi crediamo che, su quest’argomento, il ruolo dei Commissari debba necessariamente essere supportato dal contributo dei saperi, dell’associazionismo, della società civile, delle organizzazioni sindacali, dei partiti politici. Pensiamo che un ruolo fondamentale lo debba svolgere l’Università Mediterranea.
Non si può perdere più tempo.
Noi desidereremmo che, si evitassero errori come quelli commessi con l’unificazione di quei comuni come Catona, Salìce, Villa San Giuseppe, Rosalì, Sambatello, Gallico, Podargoni, Cataforìo, Gallina e Pellaro per far nascere la Grande Reggio.
Noi non vorremmo un modello di Città Metropolitana fotocopia della fusione di comuni per com’è stato fatto nel 1927 con la nascita della Grande Reggio.
Per questo noi, I Riformisti, vorremmo che i Commissari del Comune di Reggio guardassero con una certa attenzione a questi ex comuni che, ora stanno pagando, più degli altri, scelte e volontà politiche d’Amministrazioni poco oculate su tutto.
Noi, I Riformisti, chiediamo ai Commissari, pur sapendo che le responsabilità non sono loro, di far scendere dai rubinetti di casa di questi reggini acqua, di liberare il territorio occupato da immense montagne di rifiuti, di attivarsi al più presto per una manutenzione ordinaria di pulizia di pozzetti, tombini e cunette per il deflusso delle acque piovane, prevenendo qualcosa di pericoloso che, potrebbe verificarsi con l’arrivo della stagione invernale, di avere una viabilità adeguata ai bisogni, di risolvere definitivamente il problema degli stipendi di chi lavora e non è poi pagato, di guardare alle fasce più deboli con tanta, ma tanta attenzione. Poche piccole grandi cose per far pian piano ritornare Reggio ad essere una città normale.
Agli altri Comuni che entreranno a far parte integrante della Città Metropolitana chiediamo di spogliarsi del ruolo attuale di Comuni Provinciali iniziando a pensare da subito di essere una realtà Metropolitana.
Quando tutto questo avverrà e se avverrà, per noi, I Riformisti, Reggio Città Metropolitana potrà iniziare a non essere più un sogno, ma una splendida realtà, la Città che vogliamo, quella Città Metropolitana posta lì al centro del mediterraneo con i suoi incantevoli scenari, con le sue bellezze naturali, le sue eccellenze e la sua gran tradizione storica.
Il Coordinatore Regionale
Giovanni LAGANA’