Segue la nota: Quando manca meno di un mese alla presentazione delle liste per le
prossime elezioni amministrative, Reggio e la sua Provincia stanno
vivendo la più grossa comica politica
della storia di questa Città e di
questa Provincia.
Quando in una realtà territoriale come la nostra si vive giornalmente il
degrado sociale, di disoccupazione galoppante, di giovani generazioni
sempre più abbandonati al proprio destino, di una grandissima peste come
quella della ndrangheta, la migliore risposta che arriva dall’attuale
dirigenza politica reggina è quella di farsi una guerra intestina che si
avvicina molto a quella dei polli di Renzo nel romanzo di Manzoniana
memoria.
Ma andiamo con ordine. Volendo fare una ulteriore riflessione su quanto
sta accadendo in queste ore, possiamo dire che, la politica reggina sta
toccando i minimi storici di negatività per quel che riguarda il ruolo e le
responsabilità che una classe dirigente deve avere nei confronti dei propri
amministrati, questo a meno di due mesi dal rinnovo del Consiglio
Comunale e del Consiglio Provinciale.
Infatti è sempre successo, ed è giusto che sia così, che a fine legislatura
ogni partito politico ed ogni coalizione tiri le somme dell’attività svolta
ed esprima un giudizio sul programma presentato a suo tempo per poi
indicare se esistono le condizioni di dare continuità ad alleanze politiche e
a potenziali candidati. Questo è quanto dovrebbe succedere in realtà
normali, dove il giudizio spassionato della gente è la migliore cartina al
tornasole.
Ma, a Reggio parlare ed operare così è aria fritta. Il ragionamento è uguale
per tutti gli schieramenti politici in campo.
Quello che sta succedendo nel centro destra ed in particolare nel PDL del
Governatore Scopelliti, dove la conflittualità sull’appannaggio di poltrone,
ed il fallimento del cosiddetto modello Reggio costringe a demandare la
decisione della scelta per la candidatura a Presidente della Provincia
all’azionista unico Berlusconi, si rispecchia, in termini molto più
drammatici, anche nel centro sinistra, in cui il commissario Provinciale del
PD cerca di riproporre il candidato uscente alla presidenza della Provincia,
e lo fa senza decidere mai, esprimendo per conto del PD, con i suoi poteri
commissariali, giudizi positivi sull’operato dell’Amministrazione
Provinciale.
Domandiamo a De Maria se abbia mai letto le dichiarazioni
programmatiche che il Presidente della Provincia ha presentato in
consiglio cinque anni fa? Crediamo di no, perché se lo avesse fatto
sicuramente avrebbe espresso giudizi diversi. E poi i risultati degli ultimi
sondaggi, per quelli che valgono, confermano lo stato di “grazia” in cui
vivono Presidente e Giunta Provinciale. Questo è quanto dire. E’ molto
generico e fumoso affermare che si voglia l’unità del centro sinistra, ma di
quale centro sinistra si parla di uno che alle elezioni Provinciale ha una
faccia mentre poi a quelle Comunali presenta più volti? Si deve ripetere
il grande equivoco che il Presidente dell’Amministrazione Provinciale ha
consentito, cioè quello di tenere dentro la sua amministrazione di centro
sinistra consiglieri ed assessori che alle elezioni regionali hanno votato
centro destra? Oppure consegnarsi agli apparenti portatori di bandiere che
hanno sempre voluto ergersi a difesa di certi valori politici, quelli
dell’estrema sinistra, ed oggi assertori di una continuità sempre più
equivoca. Condividiamo il ragionamento politico di SEL, che sotto questo
aspetto vuole avere dei chiarimenti in merito.
Che dire poi della scelta del candidato a Sindaco:
Sembra di rivivere la scena di Penelope con la tela, ma qui il ragionamento
è molto più serio, nessuno parla di programmi nessuno vuole dire qualcosa
su quei punti che questo Comitato ha sempre indicato come rilancio di una
attività di sviluppo del nostro territorio comunale e provinciale. Ci
riferiamo all’ Aeroporto, a Saline J, al Turismo sulla Jonica, al Porto di
Gioia Tauro, ai Trasporti ed alla Viabilità, alla Sicurezza ed alla Lotta
senza quartiere alle attività malavitose, alla Sanità. Per questo motivo è
necessario offrire la possibilità ad una nuova classe dirigente, che sia
capace di far diventare la città di Reggio veramente una città
Metropolitana.
Sentiamo ancora una volta il bisogno di dire la nostra di fronte alla
irresponsabilità di una classe politica sorda ai bisogni della gente.
Quanto sta accadendo conferma il nostro pensiero, che è quello di dire che
Reggio e la sua Provincia deve superare questa fase storica attraverso la
nascita di governi locali che diano un senso di carattere costituente, questo
lo devono fare soprattutto quelle forze politiche che oggi sono opposizione
al governo Berlusconi nel Paese. Diamo atto ed apprezziamo il tentativo
condotto dall’On. Pasquale Tripodi nel cercare di tirare dalla palude
Reggio e la sua Provincia, attraverso la nascita del loro terzo Polo, anche
se riteniamo che tutto questo abbia un senso se alla fine si arrivi ad un
traguardo positivo. Questo è possibile, solo se vengono meno alcuni
pregiudizi ed alcuni personalismi e gli aspiranti candidati abbiano il buon
senso di fare un passo indietro nell’interesse della nostra gente. Se così è,
Reggio può essere veramente anche un laboratorio per quel che riguarda la
grande proposta politica avanzata dal nostro segretario nazionale Pierluigi
Bersani.
Questo Comitato a ciò ancora ci crede e per tale motivo, lo vogliamo
ulteriormente ribadire al nostro partito, il PD, confermiamo e riteniamo
ancora valido quanto detto e fatto alcuni mesi fa anche attraverso quella
campagna d’ascolto fatta in Provincia. Con umiltà e consapevoli delle
nostre responsabilità, ci permettiamo di dissentire sull’attuale percorso
intrapreso, consapevoli che il centro sinistra tradizionale e passato non è
più sufficiente in Italia figuriamoci a Reggio. Noi riteniamo utile che in
questa consultazione elettorale si debba convergere su un percorso di
alleanze politiche che si avvicinano a quel tipo di progetto, cioè quello
delle larghe intese con la nascita di governi costituenti. Noi per questo ci
batteremo ed alla fine ci distingueremo sulla nostra prossima campagna
elettorale.