di Claudio Cordova – Bruno Pizzata. E’ lui il broker della ‘ndrangheta, l’uomo capace di spostarsi con facilità da un Paese all’altro, parlando in nome delle cosche di San Luca, ma intrattenendo rapporti anche
con le famiglie di Rosarno e della Piana di Gioia Tauro. La figura dell’uomo, classe 1959, arrestato alcune settimane fa a Duisburg, emerge in maniera netta dall’indagine “Imelda”, eseguita da Gico e Scico della Guardia di Finanza: sono serviti oltre tre anni d’indagine alle Fiamme Gialle per stroncare un’organizzazione dedita al narcotraffico internazionale. Trentuno le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, anche se vi sarebbero almeno cinque irreperibili.
Sono in tutto ventitré i chilogrammi di cocaina sequestrati dai militari nel corso dell’operazione: ventidue sono stati sequestrati presso l’aeroporto di Milano-Malpensa, mentre circa un chilo è stato rintracciato e sequestrato ad Aosta. La polvere bianca, infatti, proveniente dal Sud America, era destinata in particolare al mercato milanese e viaggiava anche a bordo di camion carichi di materiale destinato alle case di moda. Sarebbero stati, invece, circa centosessanta i chili consumati in frode. Emerge, però, uno spaccato criminale assai interessante, con l’accordo tra le cosche di San Luca (Nirta-Strangio) e della Piana di Gioia Tauro (Ascone-Bellocco) con Bruno Pizzata a gestire affari e amicizie, anche lontano dalla Calabria e dall’Italia. L’uomo, infatti, è da tempo al centro delle inchieste delle Procure calabresi: l’ultima ordinanza di custodia cautelare, quella “Overloading”, venne spiccata, infatti, alcune settimane fa, dalla Dda di Catanzaro.
Un’indagine fondata, soprattutto, sulle intercettazioni telefoniche. E, anche in questo contesto, a fare da mattatore è proprio Bruno Pizzata, che dispensa utili consigli: “Se ci sono problemi fermati a prendere un caffè! In dieci giorni spero che possiamo dare inizio al lavoro e tre o quattro volte al mese… Come tu prendi il malloppo vedi che ti senti meglio […] devi pensare che il minimo che ti becchi, ogni viaggio, nel giro di un mese dodicimila euro […] dodicimila euro devi lavorare un anno in pizzeria”. Pizzata, dunque, intratteneva rapporti in Germania, ma era capace di spostarsi con facilità verso la vicina Olanda, nonché di trattare alla pari con i cartelli sudamericani. Di concerto col noto narcotrafficante rumeno State Stelean, Pizzata avrebbe anche trattato cocaina proveniente dal Venezuela.
“E’ l’indagine delle conferme – dice il procuratore aggiunto Nicola Gratteri – che testimonia che i ¾ della cocaina che arriva in Europa sono controllati dalla ‘ndrangheta”. L’indagine, peraltro, condotta in sinergia con gli investigatori tedeschi e olandesi, ha portato, nel suo lungo corso, anche alla cattura di cinque latitanti: Antonio Ascone, Gioacchino Bonarrigo, Francesco Strangio, Giancarlo Polifroni e Antonio Calogero Costadura.
Oltre alla droga, è stata sequestrata anche una considerevole quantità di armi: nove pistole, una mitragliatrice, cinque silenziatori, diciotto caricatori e trecento munizioni. Da ultimo, infine, il sequestro dei beni, che ammonta a un totale di cinque milioni di euro: dieci immobili distinti tra terreni e fabbricati, quattordici automezzi, tra cui anche auto di lusso come un’Aston Martin e una Porsche, tre ditte individuali, diversi conti corrente e polizze vita.
Di seguito l’elenco dei soggetti destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare:
- Ascone Antonio, classe 1954
- Ascone Michele, classe 1979
- Ascone Vincenzo, classe 1980
- Ascone Rocco, classe 1953
- Avram Laurentiu Doru Lorenzo, classe 1978
- Bellocco Umberto, classe 1983
- Bonarrigo Gioacchino, classe 1984
- Bonarrigo Nicola, classe 1964
- Calderone Pasquale, classe 1977
- Carretta Sergio, classe 1960
- Costadura Antonio, classe 1974
- Codespoti Domenico, classe 1950
- Fabrizio Giuseppe, classe 1974
- Giorgi Salvatore, classe 1974
- Marras Beniamino, classe 1972
- Murdaca Carmine, classe 1957
- Nasso Aldo, classe 1985
- Perri Vincenzo, classe 1980
- Pisano Bruno, classe 1983
- Pizzata Bruno, classe 1959
- Pizzata Giuseppe, classe 1980
- Polifroni Giancarlo, classe 1974
- Rechichi Filippo, classe 1983
- Rechichi Sebastiano, classe 1960
- Romeo Antonio, classe 1957
- Romeo Antonio, classe 1970
- Stelian State, classe 1950
- Stilo Francesco, classe 1961
- Strangio Francesco, classe 1966
- Vottari Antonio, classe 1985
- Romeo Giuseppe Classe 1961 (arresti domiciliari)