Anche gli alunni ed i docenti del Liceo Scientifico Statale ALESSANDRO VOLTA di Reggio Calabria, sfileranno sabato 25 settembre alla manifestazione indetta dal “Quotidiano della
Calabria” a Reggio per dire un «NO», deciso, alla ‘ndrangheta, dopo l’attentato rivolto al Procuratore generale di Reggio Calabria dr. Salvatore Di Landro.
Sarà l’occasione per ribadire l’impegno del mondo della scuola nella trasmissione di valori culturali ed nella presa di coscienza che per debellare la ndrangheta è necessario impegnarsi in prima persona.
E’ questo il grande messaggio che il mondo della scuola intende trasmettere ai giovani della nostra città che presto si troveranno davanti alla necessità di costruire il proprio futuro, con il proprio impegno fin da oggi dovranno lottare per poter avere una società libera dalla “dominazione mafiosa” che non porterà ad una crescita economica e culturale della provincia di Reggio Calabria e della Calabria tutta.
Il Dirigente scolastico, i docenti e gli alunni del Liceo Scientifico Alessandro Volta già da diversi anni operano nell’ambito di progetti educativi di cittadinanza attiva e di educazione alla democrazia, pertanto, alla luce di ciò si è scelto di aderire alla manifestazione affinché il vile attentato possa offrire un momento di riflessione tra i giovani che devono comprendere che la mafia si debella rimanendo uniti senza lasciare soli coloro che combattono sul campo contro di essa. Il fenomeno mafioso, infatti ,affonda le proprie radici tra l’omertà, la paura, la solitudine, la minaccia, l’offesa … tutte manifestazioni che creano isolamento nell’ambito sociale.
Così come le vittime devono avere dietro di sé lo Stato che mette in essere tutte le misure per dare segnali forti e inequivocabili che qualcosa è cambiato e che la Giustizia , seppure lenta, è inesorabile e colpisce coloro che dal macabro segnale di violenza e intimidazione non devono trarre alcun vantaggio.
Questo attende il cittadino.
Un cambiamento, che in tutti questi anni non si è visto e che non è solo responsabilità del comune cittadino , spesso vittima della paura. Infatti la paura viene confusa con l’omertà ed è opportuno liberare il cittadino dalla paura.
La vittima della mafia è vittima solo se non condivide con la società la propria sofferenza, dalla società , infatti, la “ vittima” trae la forza per continuare a combattere… Noi vogliamo offrire al Dott. Di Landro ed alla magistratura tutta il nostro sostegno per affrontare con coraggio e competenza la difficilissima ma non impossibile guerra alla ndrangheta.
Il futuro appartiene alle nuove generazioni e il mondo della scuola ha l’obbligo di indicare ai giovani gli strumenti più utili alla costruzione della Calabria di domani certamente migliore di quella di ieri .