Il gioco è sempre più scoperto, ed al netto delle chiacchiere rimane ben poco. Infatti l’amministrazione comunale è ampiamente in debito di credibilità per tutta una serie di mancati impegni, mentre il sindaco, lanciato nella personalissima lunga marcia verso Palazzo Alemanni, le spara sempre più grosse, estraneandosi dalla precaria quotidianità con la quale i reggini sono costretti a convivere.
Scopelliti che, sfogliando il suo libro dei sogni, sciorina dati strabiglianti su interventi strutturali che dovrebbero essere realizzati (quando e con quali risorse?) per migliorare la qualità della vita nella nostra città, si illude così di potere rilanciare il bluff che fino ad oggi gli ha consentito di governare Reggio, riuscendo persino ad accreditarsi tra i sindaci più apprezzati del Paese.
Ma il bluff è ormai scoperto e le fortune politiche costruite su fondamenta di sabbia tendono a mostrare le prime crepe.
Reggio ed i suoi rioni periferici sono sempre più assetati e poco valgono gli attacchi del sindaco nei confronti dei tecnici comunali, mentre sarebbe molto più dignitoso da parte sua il riconoscimento del fallimento politico di una gestione dissennata che tra dissalatore ed interventi disomogenei ha prodotto solo sprechi di risorse e nessun beneficio ai reggini.
Otto anni di fallimenti non possono avere altri responsabili che il capo dell’amministrazione.
Il sindaco non può ricordarsi solo oggi di rendere attuale il progetto che risale al 2000 che prevede la realizzazione della viabilità alternativa alla SS106 spacciandolo per assoluta novità, dopo che lo stesso non è stato ritenuto realizzazione di valenza strategica, rimanendo congelato per ben 9 anni.
Governare significa programmare e l’amministrazione ha dimostrato, da un lato, assenza di sensibilità rispetto alle legittime aspettative dei cittadini e, dall’altro, gravi ed ingiustificate carenze sotto l’aspetto dell’individuazione delle priorità strutturali.
Il protocollo d’intesa relativo agli investimenti destinati ai sistemi per la mobilità delle aree urbane, stipulato tra la Regione Calabria ed il nostro Comune, che prevede per la nostra città interventi per un investimento complessivo di 115 milioni di euro, ne è un esempio. Si tratta di soldi che Reggio rischia di non vedersi accreditare, totalmente o parzialmente, a causa del ritardo nella progettazione delle opere che andrebbero realizzate. Infatti, il nostro Comune (a differenza di altri, come Cosenza, Catanzaro, Rende) si è fatto trovare impreparato alla sottoscrizione dell’accordo di programma che, quindi, slitterà.
Altra nota dolente è rappresentata dalla patetica conferenza stampa con la quale il sindaco ha annunciato il riconoscimento ministeriale per aver rispettato il Patto di stabilità. Peccato che il quotidiano “Libero” (la cui linea editoriale è nota) ridimensioni e ridicolizzi l’evento presentato in pompa magna a Palazzo san Giorgio. Infatti fra i “virtuosi” compaiono anche Napoli, Taranto, Palermo, enti le cui difficoltà finanziarie sono gravissime. E Reggio non è da meno dati i misteri che aleggiano sul suo bilancio, i passivi delle società partecipate, i fornitori che vantano ingenti crediti.
Che dire, poi, dell’aumento del 25 per cento della Tarsu e della mancata erogazione ai cittadini meno abbienti del contributo alloggiativo che la Regione Calabria ha provveduto a trasmettere al Comune, ma che quest’ultimo ha erogato solo in parte agli aventi diritto? Il sindaco è a conoscenza delle tante drammatiche situazioni che col suo comportamento irresponsabile acuisce?
Perché, poi, non sono stati ancora retribuiti gli scrutatori delle ultime elezioni europee?
A cosa sono serviti questi soldi? E’ credibile sospettare che determinati fondi, seppure vincolati nella loro destinazione, siano stati utilizzati per alleggerire il gran carico di debiti dell’ente.
Il capogruppo al Comune del PD
Dott. Demetrio Martino