”A causa dei drastici tagli operati a livello nazionale, che hanno comportato minori trasferimenti statali per circa 6 milioni di euro, le Comunita’ montane non sono piu’ in condizione di garantire gli stipendi ai propri dipendenti, la maggior parte dei quali sono stati assunti dalla Regione con la legge 285/78”. Lo sostiene il presidente regionale calabrese dell’Uncem, Vincenzo Mazzei, in una lettera, rivolta ai capigruppo regionali ed al presidente dell’assemblea. ”Tutto cio’ – continua – e’ stato rappresentato, a piu’ riprese, ai massimi rappresenti della Giunta e del Consiglio Regionale, che nei vari incontri, hanno preso atto della situazione e si sono impegnati, a dare una positiva risposta, pur manifestando preoccupazione, per le limitate risorse finanziarie a loro disposizione. Dalle poche notizie pervenute, pare – afferma ancora Mazzei – che sia stato previsto solo uno stanziamento di appena un milione di euro a favore delle Comunita’ montane, mentre decine di milioni di euro, sono stati indirizzati al finanziamento di interventi nel campo del ”Culto” ed per altre iniziative, che seppur importanti dal punto di vista politico-clientelare, per le ricadute elettorali, che potrebbero avere sui singoli Consiglieri Regionali, lo sono sicuramente di meno dal punto di vista sociale, se si tiene conto del fatto, che dinnanzi ad una grave crisi economica come quella attuale, il primo dovere di ogni amministratore, e’ quello di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e la corresponsione dello stipendio a chi vive esclusivamente con il proprio lavoro. Ci appelliamo, pertanto, al senso di responsabilita’ dell’intero Consiglio Regionale, affinche’ nella seduta odierna, sia data la giusta risposta alle sollecitazioni dell’Uncem e dei Presidenti delle Comunita’ montane, incrementando lo stanziamento fino ad almeno 5 milioni di euro, per consentire il regolare funzionamento degli Enti e tranquillizzare i circa 420 dipendenti, che da mesi, sono stati privati del loro sacrosanto diritto alla retribuzione”.asca