“Esprimo soddisfazione per i precari della sanità calabrese, medici e non medici, che saranno stabilizzati grazie al testo di legge approvato ieri dal consiglio regionale. Del resto le norme approvate dall’aula sono anche frutto delle battaglie dell’opposizione e di tanti emendamenti che durante questi mesi io stesso ho presentato, a partire proprio da quello che si preoccupava di dare stabilità ai precari del Centro Trapianti degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria”.
Ad affermarlo è il consigliere regionale e coordinatore calabrese dei Popolari Liberali Giovanni Nucera che, però, individua alcuni punti di debolezza dell’articolato approvato dalla massima assemblea elettiva calabrese.
“Tuttavia – spiega Nucera – non si può essere completamente soddisfatti del risultato raggiunto. Si poteva ottenere di più e con il minimo sforzo. La legge licenziata dal Consiglio, infatti, per certi aspetti ha discriminato, come troppo spesso accade, i più deboli, coloro i quali non avendo avuto santi in paradiso, continuano ad essere mortificati, sottoutilizzati e sfruttati dall’istituzione pubblica e dai baroni-dirigenti aziendali di turno”.
“Mi riferisco – prosegue il consigliere regionale – proprio a quel personale impiegato nella aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria che, in questi anni caratterizzati da una giungla legislativa sul piano della definizione delle piante organiche e dalla grave carenza di forza lavoro che si sono registrati nella gestione dei servizi all’interno delle strutture organizzative delle aziende, ha garantito lo svolgimento di servizi essenziali per i cittadini”.
“Questo provvedimento – afferma ancora Giovanni Nucera – se da una parte risolve alcune situazioni di precarietà che si erano consolidate nel tempo, dall’altro lato ha mortificato tutti coloro che nel corso di questi anni di emergenza hanno svolto mansioni superiori rispetto a quelle loro assegnate, non riconoscendo la dovuta progressione verticale. Questi soggetti che hanno garantito la continuità del servizio sanitario regionale, dopo essere stati sfruttati, vengono adesso nuovamente mortificati nella loro professionalità, in qualche caso acquisita in trent’anni di attività, ma anche nella loro dignità di uomini, in quanto discriminati”.
“Ecco perché – dichiara Nucera – ho presentato l’emendamento all’articolo 6 della legge che la giunta ha respinto. L’intenzione era quella di denunciare il danno arrecato a tanti lavoratori inquadrati nelle piante organiche con mansioni inferiori rispetto a quelle effettivamente svolte.
Così come avvenuto nel caso dei tecnici di laboratorio dipendenti di ruolo dell’azienda ospedaliera Bianchi Melacrino di Reggio Calabria, in possesso di diploma in scienze biologiche e diploma di specializzazione universitario. Personale già assunto per concorso e che ha dimostrato i propri meriti sul posto di lavoro. E con l’ulteriore paradosso che le piante organiche dell’azienda ospedaliera di Reggio sono carenti di biologi e, fino ad oggi, solo grazie all’azione di questo personale qualificato è stato possibile garantire un servizio indispensabile per i cittadini”.
“Si tratta di un’evidente discriminazione che il Consiglio regionale ha posto in essere anche nei confronti dei tanti lavoratori impiegati nelle amministrazioni dei vari enti sanitari, ancora una volta traditi da una classe dirigente che sceglie di andare avanti a colpi di provvedimenti particolari, dimenticandosi della tutela di quell’interesse generale che, invece, dovrebbe guidare ogni testo di legge”
On. Giovanni Nucera
Consigliere Regionale Calabria
Coordinatore Regionale Popolari Liberali