Prima nazionale per il Corpo nella demenza e metodo Teci a Catanzaro. La presentazione e’ avvenuta nel corso di una serata che, e’ scritto in una nota, “ha voluto porre al centro i malati di demenza, sottolineandone la piena dignita’ di persone in procinto di attraversare una fase complessa della propria esistenza, al di la’ degli stigmi, al di la’ di qualsiasi teoria scientifica che li vuole ai margini della societa’ e che li considera oramai inutili”. Oltre al manuale – scritto da Elena Sodano, edito dalla Maggioli Sanita’ e curato dalla giornalista Antonella Scalzi – e’ stato “presentato l’unico metodo non farmacologico in Italia per la cura e il contenimento naturale delle Demenze: la TECI (Terapia Espressiva Corporea Integrata)”. Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, nel suo intervento, ha assicurato il pieno appoggio dell’amministrazione comunale al percorso futuro della Ra.Gi. Onlus, legato allo sviluppo della metodologia TECI. A seguire c’e’ stato uno spazio interamente dedicato ai pazienti dello Spazio Al.Pa.De. del Centro diurno gestito dalla Ra.Gi., all’interno del quale il metodo TECI e’ stato sperimentato grazie ad un protocollo di ricerca siglato con la Societa’ italiana di Geriatria e Gerontologia, sezione Calabria. Gli ospiti del centro, e’ scritto nella nota, “hanno raccontato in prima persona la loro esperienza di vita a contatto con le demenze, esprimendo sensazioni e desideri legati soprattutto alle relazioni con il mondo le persone che li circondano”. Antonietta Santacroce, direttore artistico del Teatro Politeama e della rassegna musicale “Il Festival D’autunno”, si e’ soffermata sull’importanza della musica come “strumento efficace di cura che, grazie al superamento delle sovrastrutture mentali e culturali, permette di giungere all’anima del paziente, permettendogli di esprimersi pienamente”. La musica e’ uno degli elementi integranti del metodo TECI. “Ma TECI – e’ scritto nella nota – non utilizza una musica qualsiasi. Ad Andrea Galiano, psicologo e musicista e’ toccato il compito di spiegare le caratteristiche del progetto denominato Alzh 432HZ. Si tratta sostanzialmente della creazione di cinque tracce musicali (cinque come le dita della mano che porge il suo aiuto ai malati di demenza) che hanno il potere di infondere calma e benessere alle persone affette da demenza, proprio perche’ le composizioni sono state modulate sulla frequenza 432 HZ. Dunque TECI e’ un metodo di cura che va oltre i limiti e si basa soprattutto sulla relazione, un tema trattato dalla geriatra Francesca Mazzei, scelta come madrina scientifica del convegno, che ha focalizzato il suo intervento sulla riscoperta di nuovi elementi di comunicazione di una metodologia terapeutica che vuole squarciare il muro di incomunicabilita’ creato dalla demenza, decodificando ogni tipo di strumento espressivo del malato, anche il silenzio, che e’ la piu’ potente forma di comunicazione dei pazienti e con il quale il TECI terapeuta deve tentare di stabilire una relazione possibile. Anche il neurologo Ferdinando Schiavo, che ha curato la presentazione del libro, si e’ soffermato sul tema della relazione, partendo dalla costatazione che oggi la medicina tende ad allontanare emotivamente paziente e medico”. Alba Malara, presidente della Societa’ Italiana di Gerontologia e Geriatria Calabria e curatrice delle conclusioni del libro, si e’ soffermata sull’elemento della fisicita’ che caratterizza il metodo TECI, indicandolo come “il suo fulcro, come l’elemento che scardina le metodologie e gli approcci tradizionali. Un elemento di grandissima importanza, considerando il fattore del cosiddetto ‘Excess of Disability’, ovvero il danno creato ai malati di demenza da fattori ambientali e soprattutto dalle modalita’ relazionali. In altre parole, il terapeuta puo’ favorire il mantenimento funzionale e influenzare positivamente o negativamente il decorso clinico del paziente affetto da demenza”. Infine, Elena Sodano, psicologa, terapeuta psico-corporea ed ideatrice del metodo TECI, ne ha descritto nei dettagli le caratteristiche, partendo dal concetto che “esso considera la malattia da un punto di vista esistenziale e non assistenziale. TECI nasce da anni di studi ed osservazioni durante i quali abbiamo imparato ad ascoltare il dolore dei pazienti, cosi’ da poter creare nuove possibilita’ terapeutiche. E’ vero che la demenza non si puo’ curare – ha sottolineato Elena Sodano – ma attraverso l’elaborazione di nuovi contatti corporei, si possono costruire nuovi ponti di comunicazione e comprensione con le persone che ne sono affette e questo lo abbiamo imparato proprio da loro. Noi abbiamo dato voce alla demenza, non ci siamo rassegnati ed abbiamo dato vita ad una metodologia terapeutica unica nel suo genere, che vuole ridare dignita’ ad un’essenza umana mortificata e lo fa mediante degli interventi integrati che, attraverso i movimenti corporei riescono a promuovere anche la stimolazione cognitiva”.