Il suo compito più arduo sarà quello di dare maggiori certezze ad una città che, specie negli ultimi mesi, sembra uscire da una sbandata senza precedenti,
senza più sicurezze e con una disaffezione verso la politica che rischia di essere una variabile aggiunta. A metà percorso, la campagna elettorale per le comunali di Catanzaro cerca tra i cinque candidati sindaco il personaggio che dovrà traghettare il capoluogo calabrese in questo percorso tortuoso. Troppo alto è stato il prezzo per il passo indietro di Michele Traversa. Troppo alto perché i catanzaresi avevano sempre visto in lui l’uomo del “fare”, tanto da essere diventato un suo slogan, colui il quale aveva tutte le capacità per ridare slancio ad una città complessa e complicata. Ed invece, sette mesi dopo il grande trionfo, Traversa ha scelto la tranquillità di palazzo Montecitorio, piuttosto che i tumulti di palazzo de Nobili. “Troppi debiti”, disse il sindaco nel rassegnare le dimissioni. “Troppi disagi nella maggioranza”, sussurrò qualcun altro nell’evidenziare la maggioranza un po’ troppo ampia messa in campo dal centrodestra.
Così, un anno dopo, Catanzaro torna alle urne con una campagna elettorale dai toni sempre molto accesi. Fino alle polemiche degli ultimi giorni per le possibili pressioni subite da alcuni candidati da parte di avversari.
In lizza, in primo luogo, un centrodestra e un centrosinistra molto diversi tra loro. Sergio Abramo è stato il sindaco più amato della città; in sella al Comune per due legislature, poi candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra, quindi consigliere regionale e presidente della Sorical. Imprenditore tra i più noti in città e con una notevole esperienza politica, può contare anche sul sostegno diretto degli assessori regionali Piero Aiello (che ha presentato una lista civica) e Mimmo Tallini (candidato personalmente con il Pdl e uomo di riferimento per la coalizione). Salvatore Scalzo è il volto nuovo della politica. Ventottenne su cui ha scommesso soprattutto il Pd nazionale prima ancora di quello locale. Candidato in solitario, lo scorso anno, contro Traversa e capace di prendere il doppio dei consensi rispetto alla coalizione che lo sosteneva. Questa volta anche le liste appaiono più “robuste”, aprendo le porte ad un risultato più incerto. D’altronde, i rumors di questi giorni dicono che saranno proprio Abramo e Scalzo a contendersi l’elezione al secondo turno.
Prima, però, bisogna fare i conti con gli altri tre candidati in lizza. A partire dalla novità politica di Catanzaro. Giuseppe Celi è un imprenditore edile molto noto ma, soprattutto, è l’uomo che ha messo insieme quel Terzo polo che in Calabria non era mai esistito. Mario Tassone, storico leader dell’Udc catanzarese, lo ha proposto ad una coalizione che mette insieme l’Mpa di Agazio Loiero, Fli di Angela Napoli e due civiche. Cinque liste in tutto che potrebbero diventare l’ago della bilancia per il primo turno e per lo scontro finale.
Gli ultimi due candidati nascono da schieramenti opposti. Il Partito comunista dei lavoratori scende in campo con il medico Antonio Carpino, con una battaglia in nome di principi cardine quale l’attenzione al lavoro e ai giovani. Dagli ambienti del centrodestra nasce, infine, la corsa di Elio Mauro, con esperienze tra gli scranni di palazzo de Nobili e alla guida di una civica che porta il suo nome.
Catanzaro prova a darsi un futuro, dunque, scegliendo tra cinque proposte molto diverse tra loro. Sulla loro strada troveranno un’amministrazione in grande difficoltà, non tanto per quelle casse povere che sono comuni a tutti gli enti locali, ma per condizioni più locali. Dalle società partecipate al collasso, con centinaia di posti di lavoro a rischio, alle questioni urbanistiche e commerciali che troppo spesso hanno alimentato anche inchieste giudiziarie e perplessità.