Un’antica citta’ sepolta. Una collina che nasconde molti misteri. Una famiglia calabrese che non si arrende alle intimidazioni mafiose. Il nuovo romanzo di Carmine Abate, oggi in uscita per Mondadori, con il titolo ‘La collina del vento’ (pp. 264, euro 17.50) per le problematiche che affronta fara’ sicuramente discutere. La storia comincia con l’omicidio di due giovani in circostanze misteriose e termina affrontando uno dei temi piu’ spinosi del nostro presente, la
difesa del territorio, le pale eoliche che spuntano come trifogli giganteschi in ogni angolo della Calabria. Il luogo in cui si svolge gran parte delle vicende e’ realissimo e ad un tempo mitico, simbolo di ogni Sud del mondo e affascinante fin dal nome: Rossarco, una leggendaria, enigmatica altura a pochi chilometri dal mar Jonio, dove il vento soffia senza requie, impetuoso, lieve, sconvolgente, come la storia a cui fa da controcanto. Il vento scuote gli olivi secolari e gli arbusti odorosi, ulula nel buio, canta di un antico segreto sepolto e fa danzare le foglie come ricordi dimenticati. Proprio i ricordi condivisi sulla collina del vento costituiscono le radici profonde della famiglia Arcuri, che da generazioni considera il Rossarco non solo luogo sacro delle origini, ma anche simbolo di una terra vitale che non si arrende e tempio all’aria aperta di una dirittura etica forte quanto una fede. Cosi’, quando il celebre archeologo trentino Paolo Orsi sale sulla collina alla ricerca della mitica citta’ di Krimisa e la campagna di scavi si tinge di giallo, gli Arcuri cominciano a scontrarsi con l’invidia violenta degli uomini, la prepotenza del latifondista locale, le intimidazioni mafiose e la bruciante attualita’ dei parchi eolici. Testimone fin da bambino di questa straordinaria resistenza ai soprusi e’ Michelangelo Arcuri, che molti anni dopo diventera’ il custode della collina e dei suoi inconfessabili segreti. Ma spettera’ a Rino, il piu’ giovane degli Arcuri, di onorare una promessa fatta al padre e ricostruire pezzo per pezzo un secolo di storia familiare che s’intreccia con la grande storia d’Italia, dal primo conflitto mondiale agli anni cupi del fascismo, dalla liberazione alla rinascita di un’intera nazione nel sogno di un benessere illusorio. Carmine Abate da’ vita a un romanzo dal ritmo serrato e dal linguaggio seducente, che parte da Alberto, il tenace patriarca, agli inizi del Novecento, passa per i suoi tre figli soldati nella Grande Guerra e per tutte le sue donne forti e sensuali, racconta il micidiale connubio fascismo-latifondismo del Crotonese, senza dimenticare i bombardamenti su Crotone durante la seconda guerra mondiale e le occupazioni delle terre, e giunge fino a Umberto Zanotti-Bianco, all’affascinante Torinesia e all’ultimo degli Arcuri, uomo dei nostri giorni che sceglie di andare lontano. ‘La collina del vento’ e’ la saga appassionata e coinvolgente, epica ed eroica di una famiglia che nessuna avversita’ riesce a piegare, che nessun vento potra’ mai domare. A quattro anni dal successo de ‘Gli anni veloci’, Premio Tropea 2009, Carmine Abate conferma il giudizio lungimirante di Vincenzo Consolo che lo aveva definito ”uno scrittore che si distingue per visione civile del mondo, impegno della memoria e originalita’ di scrittura”. (ANSA).