“Questa città, dal punto di vista commerciale, è davvero in coma. In tutti i settori. Lo ripetiamo da anni, e la politica – quella vera che dovrebbe prendere a cuore gli interessi della collettività – non riesce a produrre atti concreti, tali da garantire una vera e propria inversione di tendenza. Sono lontani i tempi in cui il commendatore Di Tardo, presidente dell’associazione provinciale ambulanti, sosteneva e promuoveva la Fiera di San Lorenzo. Erano tempi in cui i cittadini della Calabria e di Catanzaro credevano in una possibile rinascita, dopo gli anni difficili del dopoguerra. E la Fiera di San Lorenzo era l’occasione per vendere, acquistare, incontrasi, discutere, stimolare i rappresentanti politici a promuovere vere azioni di crescita per l’intera comunità e per i paesi limitrofi (dell’asse Catanzaro-Lamezia si continua a parlare, purtroppo invano, da 50 anni). In quegli anni si faceva a gara solo per esserci e i commercianti (venditori ambulanti per il commendatore Di Tardo) arrivavano da tutte le regioni del Sud e del Centro Italia perché gli “affari” andavano bene. La Fiera di San Lorenzo era, insomma, una vetrina importante per tutti, anche per i rappresentanti politici del territorio che il 5 di agosto, giorno dell’inaugurazione, si contendevano puntualmente il taglio “nastro”, alla presenza di autorità religiose, civili e militari. Ormai quegli anni sono davvero terribilmente lontani e la Fiera di San Lorenzo, per la costante disattenzione delle amministrazioni che si sono succedute, è diventata un piccolo mercatino rionale che non suscita più alcun interesse economico, né turistico. Ecco perché riteniamo sia giunto il momento di scrivere la parola fine, per evitare che da qui a qualche anno lo facciano i pochi commercianti che sino alla scorsa edizione hanno assicurato, stringendo i denti, la loro presenza”.
Lo sostiene il presidente dell’Accademia dei Bronzi, Vincenzo Ursini.
“Chiudere questa parentesi è un atto di coraggio politico. La Fiera di San Lorenzo non ha più motivo di esserci, né per i catanzaresi, né soprattutto per gli operatori commerciali. E allora, – prosegue Ursini – inventiamoci una nuova iniziativa che abbia come indirizzo politico il recupero del centro storico. Cinque giorni (quanti quelli della Fiera) dedicati alla città, all’interno del cuore pulsante di Catanzaro (Area esterna del San Giovanni, collegata con il tratto di Corso Mazzini (lato delle cosiddette “gallerie”) che si congiunge a Via Carlo V (sino all’accesso della stazione delle Ferrovie Calabro Lucane, o fino al bivio di Via Scalfaro). E intitoliamo la nuova kermesse fieristica a San Vitaliano, protettore della città, anticipandone lo svolgimento proprio nei giorni della festa patronale. Così facendo si raggiungerebbero due obiettivi: vivacizzare il centro storico e ricordare degnamente, anche civilmente, il Santo Patrono”.
“La nuova fiera – per Ursini – dovrebbe tuttavia tener conto soprattutto degli operatori economici del territorio. Dovrebbe, insomma, garantire uno spazio espositivo gratuito a tutti coloro (artigiani, commercianti, erogatori di servizi) che nell’ambito della città producono o commercializzano prodotti del territorio di qualsiasi genere, garantendo prezzi davvero scontati, come promozione-fiera. Per farsi meglio conoscere in ambito locale, ma soprattutto per andare incontro alle esigenze dei consumatori. Una politica di riduzione dei costi finali (senza per questo diminuire gli introiti degli espositori visto che non pagheranno lo spazio espositivo), sapientemente pubblicizzata dagli uffici comunali preposti, potrebbe indurre i catanzaresi e i calabresi a visitare la Fiera e la città, diventando potenziali acquirenti”.
“Poi c’è l’intrattenimento. Nei cinque giorni della Fiera – conclude il presidente dell’Accademia dei Bronzi – vanno garantite serate musicali o teatrali. Senza pensare, naturalmente, a nomi di richiamo che altro non fanno che svuotare le esigue casse cittadine, ma utilizzando soltanto i gruppi locali, ai quali va comunque assicurato un budget per i costi che affronteranno. Proposta, questa, che potrebbe essere inserita nel programma di qualche gruppo o movimento politico che si presenterà alle prossime elezioni comunali. Siamo convinti che un programma di questo tipo non farà spendere molti soldi e potrà rappresentare una iniziale fase di rilancio, per una città che ormai sta diventando una vera residenza sanitaria assistenziale, a cielo aperto, per anziani non autosufficienti”.
Fiera sì, fiera no. Il dibattito è aperto.