Si chiama Patrizio Pagano ed è partito a 18 anni dal suo paese natale, Soverato, costa jonica calabrese, provincia di Catanzaro. Laurea alla Bocconi, esperienze a Londra. Poi il concorso alla Banca d’Italia e dopo un’esperienza di un anno in California, all’università di Berkeley, arruva una importantissima occasione all’interno della World bank. Da più di un anno e mezzo è direttore esecutivo per l’Italia, l’Albania, la Grecia, Malta, il Portogallo, San Marino e Timor-Leste. Il suo ufficio è a Whashington a pochi passi dalla Casa Bianca. Racconta tutto il suo percorso in una intervista sul Quotidiano del Sud , a firma di Giulia Veltri, e spiega che il suo lavoro rientra nel portare a termine un obiettivo dell’istituto di Washington, quello di contribuire a ridurre la percentuale di poveri nel mondo al 3 per cento entro il 2030, attraverso l’elaborazione di progetti che siano in grado di sostenere economie fragili e povere, con prestiti a tasso zero o a tassi particolarmente agevolati oppure finanziamenti a fondo perduto. In tutto questo l’Italia si presenta come uno dei principali investitori, non certo come gli Stati Uniti, ma detiene il 2% delle azioni della banca. Patrizio Pagano si schermisce davanti alle qualifiche di uomo potente e importante che gli vengono attribuite. “Niente di tutto questo, dice a Giulia Veltri, sono solo un tecnico che cerca di dare il suo contributo all’istituzione a cui appartiene”. In Calabria, a Soverato, torna spesso per vedere i genitori e tutti i familiari. E poi, d’estate, con la moglie calabrese e i figli, per le vacanze. Per il riscatto della Calabria, ammette che non esistono formule magiche, ma pensa che consistenti e massicci investimenti sul capitale umano potrebbero essere di grande aiuto. Così come andrebbero messe a frutto le importanti esperienze che imprenditori calabresi hanno maturato all’estero e che potrebbero essere replicate nella nostra regione. Ai giovani calabresi consiglia di diventare cittadini del mondo, a muoversi, a fare un’esperienza lontano da casa, all’interno dell’Unione europea ma non solo. “Ognuno dovrebbe essere d’esempio per gli altri e può farlo profondendo impegno e dedizione nello studio e, successivamente, nella propria professione. Non esistono scorciatoie ma è vero anche che nulla è impossibile per chi lavora sodo”.
