E’ il sostituto procuratore Gaetano Paci ad occuparsi, in sinergia con il Corpo Forestale dello Stato e su delega di Cafiero De Raho, di questa grande fetta di illegalità diffusa che è l’abusivismo edilizio. “Si tratta della dovuta cura per una ferita che la città ha subito negli anni, dice in conferenza stampa. Abbiamo svolto un lungo e capillare monitoraggio dei fascicoli di esecuzione pendenti dal 1996 ed aventi ad oggetto abusi commessi tra gli anni ’80 e ’90, ammontanti a ben 686 per i 22 comuni della provincia reggina interessati dal fenomeno, tra i quali prevale quello di Reggio Calabria con 328 abusi, pari al 47% del totale, seguito dal comune di Bagnara Calabra con 166 che, dopo il capoluogo, è il più rilevante”. Il fatto più grave che emerge da tutto il lavoro svolto dalla procura è che chi avrebbe dovuto vigilare a livello locale, non lo ha mai fatto.
Ovviamente il riferimento è all’amministrazioni locali comunali e ai tecnici che lavorano negli uffici preposti. “Come Procura noi accertiamo, reprimiamo ed emettiamo sentenze esecutive, ma a metterle in pratica dovrebbero essere i Comuni. Invece mai una sentenza che accerta un abuso edilizio è stata eseguita, ha sottolineato Paci. I Comuni non hanno attuato tutte le procedure previste dalla normativa vigente e neppure l’acquisizione gratuita del bene abusivo . Dietro precisa sollecitazione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sono avvenute soltanto due acquisizioni, in agro del territorio di Bagnara Calabra, ad opera della Commissione Straordinaria Prefettizia insediatasi nel corso di quest’anno. Si sono anche verificati casi in cui i Comuni hanno falsamente attestato l’avvenuta demolizione dell’abuso”. Per Paci tutto ciò evidenzia una fase inerzia che ha varie responsabilità, una farraginosità nei procedimenti delle amministrazioni comunali che impedisce l’attuazione della legalità. E’ anche vero che le demolizioni hanno un costo elevato che va dai 32 mila ai 75 mila euro, soldi che la Procura ha prelevato dal “fondo demolizioni opere abusive”, che favorisce finanziariamente gli interventi pubblici di demolizione e ripristino dei luoghi oggetto di abusivismo edilizio, costituito presso la Cassa Depositi e Prestiti. Il capitale anticipato, deve essere restituito utilizzando le somme riscosse dalle Amministrazioni Comunali a carico degli esecutori/proprietari degli abusi. Paci ricorda che la Procura, in pratica, interviene in maniera suppletiva, in luogo dei comuni inadempienti. Ovviamente, ha chiarito, su amministratori e tecnici coinvolti sono state avviate indagini di cui sarà dato conto in altre conferenze stampa. Ci sono anche dei casi in cui il reato è, purtroppo caduto in prescrizione. Alla conferenza stampa era presente anche Giorgio Maria Borrelli, comandante provinciale reggino del Corpo Forestale Dello Stato che ha parlato di percorso travagliato per ricostruire la storia amministrativa e giudiziaria di oltre 600 casi. “Il lavoro è stato lungo, ha detto Borrelli, ma tutto questo va a vantaggio anche dell’aspetto del dissesto idrogeologico. Diamo un segnale contro quella forte aggressione del territorio che porta al dissesto e a gravi danni provocati anche da eventi metereologici non troppo gravi. Noi siamo il corpo di polizia specializzata in questi compiti. Continueremo su questa strada importante”.
Marina Malara