di Grazia Candido – La sua città, i suoi amici, i suoi parenti credevano in questo sogno e lui non li ha delusi strappando l’ambito premio di “Volti nuovi”. A Castrocaro, la cui finale è andata in onda ieri sera in diretta sulla rete televisiva Rai Uno, il poliedrico artista reggino Gennaro Calabrese ha conquistato il premio che lanciò l’indimenticabile Gigi Sabani lasciando in bocca l’amaro all’altro semifinalista Andrea Ferrari di Modena. In uno sketch di soli due minuti, il noto cabarettista e show man, ex voce del talk satirico “Gli Sgommati”, omaggia la televisione di Stato facendo una rapida carrellata di personaggi del mondo dello spettacolo e non solo, e conquistando una giuria tecnica composta da Kelly Joyce, Matteo Beccucci, Roberta Fallani, Yaya e Willy Vecchiattini. A consegnare il premio all’emozionato Calabrese, incredulo ma entusiasta di portare in riva allo Stretto un riconoscimento importante per la sua carriera artistica, durante la trasmissione condotta dal cantante Pupo e la cui direzione artistica di “Volti Nuovi” è stata affidata a Roberto Galliani, fondatore della società di produzione e management B&G Live, il sindaco di Castrocaro Terme, Luigi Pieraccini. Per Gennaro sono davvero pochi i minuti di esibizioni per mostrare il suo innato talento ma bastano per fare una veloce cavalcata tra i big della nostra vita politica e di spettacolo indossando celermente quelle “maschere” e provocando boati di risate nel pubblico. Non è azzardato dire che Calabrese potrebbe essere il “figlioccio” di Alighiero Noschese, il maestro della scienza dell’imitazione perché come il grande attore napoletano, Calabrese unisce benissimo le esigenze e le caratteristiche di una imitazione e punta sulla somiglianza fisica esasperata, sulla voce, sull’andatura e su certi dettagli che, amplificati, infilzano il personaggio come un entomologo infilza gli insetti. E se per qualche imitatore il vero problema di chi si cala anima e corpo negli altri, in quella montante schizofrenia, potrebbe provocare un non sentirsi che a tratti persona e schiavo invece dei personaggi interpretati, per Calabrese vestire i panni di politici, conduttori, cantanti, opinionisti non è altro che una prova artistica quasi a mostrare che le sue imitazioni sono più vere dell’originale. La sua grande sensibilità di uomo lo ha reso talmente permeabile alla realtà esterna che, come un magnetofono, sa riprodurre non solo le voci ma anche le caratteristiche fisiche e quelle caratteriali di tantissimi autorevoli rappresentanti della politica e del gossip internazionale, fino ad essere più autentico dei suoi personaggi imitati e a procurare a questi, specialmente, ai più “riservati” e dolenti un successo personale. Calabrese non è solo un imitatore ma anche un autore di testi intelligentemente profusi in brillanti gag di cabaret per i “suoi” coloriti personaggi da imitare, deprivati furbescamente e scientificamente della loro corazza istituzionale e della rigorosa inviolabilità carismatica. E poi, la sua semplicità, l’immediatezza della comunicazione nella satira pulita e mai sconcia sono le armi di un rivoluzionario “scugnizzo” reggino che, nonostante il successo, ha mantenuto viva la sua generosità e quella tenera timidezza di adolescente quasi impaurito di fronte ai continui applausi del pubblico.
“Speravo tanto di vincere questo premio che dedico alla mia famiglia, alla mia Reggio, ai miei amici e a tutti quelli che in questi anni mi hanno sostenuto e spronato – afferma Calabrese – Sapere che 25 anni fa è stato assegnato a Gigi Sabani questo riconoscimento, è per me un’emozione grande, incredibile e spero un giorno di poter arrivare alla sua sopraffina tecnica di imitazione di personaggi famosi. L’imitazione è un omaggio e in quelle che faccio non c’è mai la volontà di offendere nessuno semmai racconto un mondo, le sfaccettature più simpatiche di personaggi che entrano nelle nostre case e ci fanno compagnia – afferma emozionato Calabrese – Imitare è più faticoso che creare e poi come diceva Oscar Wilde: la vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita”.