di Stefano Perri – ”Non è possibile buttare tutto al macero, vanificando l’enorme lavoro che la magistratura inquirente e giudicante porta avanti per anni e anni”. Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini interviene sul tema della prescrizione, uno dei punti cardine della nuova riforma della giustizia promossa dal Governo Renzi ed attualmente in discussione in parlamento. L’occasione per parlarne è il ventesimo congresso di Magistratura Democratica, in corso di svolgimento a Reggio Calabria.
”Bisogna intervenire – ha ribadito Legnini – trovando il giusto equilibrio tra la necessità di fare giustizia ed allo stesso tempo salvaguardare il lavoro che si è fatto e la tempestività della garanzia dei diritti dei cittadini”.
”Il cuore del problema è chiaro a tutti – ha proseguito il vicepresidente del Csm – c’è un’enorme domanda di giustizia, c’è un lavoro che fa la magistratura nei tre gradi di giudizio, ed il semplice decorso del tempo, unito alle deficienze diffuse del sistema, produce un risultato che suscita delusione e polemiche”.
All’ordine del giorno due dei temi più caldi dell’odierno dibattito sulla riforma della giustizia italiana.
Da un lato la questione della lotta al terrorismo, che potrebbe in qualche modo sulle garanzie di privacy dei cittadini. ”Il terrorismo costituisce una minaccia concreta come dimostrano i fatti e necessita di un intervento immediato ed efficace – ha dichiarato Legnini – occorre rinforzare i poteri e gli strumenti della procura nazionale antimafia e delle procure distrettuali. So che il parlamento sta esaminando con molta attenzione le proposte giunte. Attenderemo gli esiti del lavoro parlamentare”.
Dall’altro la questione della dotazione organica delle procure distrettuali di tutta Italia ma in particolare di quelle del Mezzogiorno, più impegnate nella lotta alla criminalità organizzata. Nel suo intervento Legnini fa riferimento alle Procure di Reggio Calabria e Catanzaro. ”Esiste una questione meridionale anche nell’ambito della giustizia – ha dichiarato – la definizione degli organici sia del personale amministrativo che distrettuale a è una competenza del Ministero. Noi abbiamo sollecitato e sollecitiamo costantemente la necessità di affrontare questo problema. Il Governo ha dato una prima risposta con l’assunzione di più di mille dipendenti amministrativi – ha concluso – ma bisogna intervenire sugli organici dei magistrati, soprattutto alla luce dell’abbassamento dell’età pensionabile che produrrà nuove carenze di organico. Si apre una fase in cui la riflessione e soprattutto le decisioni su queste materie sono essenziali”.