di Domenico Grillone – Solo un miracolo potrà salvare l’Atam, l’azienda di trasporti pubblica reggina, da mesi in gravi difficoltà e prossima al default, se non interverranno fatti nuovi e soprattutto concreti. Perché i dieci milioni di euro che la Regione ha riconosciuto a favore dell’azienda saranno esigibili solo dopo un iter ‘appeso’ alla valutazione di due ministeri. Ed in ogni caso, a fronte di queste risorse c’è una montagna di debiti, circa trenta milioni di euro, che grava sulle spalle dell’azienda. A lanciare l’allarme è stato l’amministratore unico, Antonino Gatto, nel corso della conferenza stampa svoltasi nel salone di Confindustria assieme al vice presidente vicario di Confindustria Valerio Berti e al presidente del collegio sindacale Francesco Perrelli. “Non siamo in una situazione di tranquillità, come si potrebbe pensare, dopo la notizia, sia pur utile, del riconoscimento della somma da parte della Regione – sottolinea il professore Gatto – l’Azienda ancora naviga nelle stesse acque melmose ed agitate di qualche anno addietro”. Sono soprattutto i numeri ad avvalorare le parole dell’amministratore unico: a fronte di circa ventidue milioni di crediti vantati dall’Atam ed iscritti in bilancio, solo poco meno della metà possono essere considerati esigibili. L’appello di Gatto adesso è rivolto alla sensibilità del nuovo Consiglio comunale che dovrebbe, per l’amministratore unico, farsi carico della modifica dell’articolo sette dello statuto. Modifica che darebbe la possibilità di accedere alla ricapitalizzazione dell’azienda da parte di altri enti pubblici, ad esempio, o verso un azionariato diffuso e che riguardi anche la possibilità per i dipendenti di partecipare al capitale della propria azienda. C’è anche un’altra necessità per l’Atam e riguarda i creditori dell’azienda che dovrebbero fare anch’essi la loro parte rinunciando a qualcosa. Anche perché, così come sottolineato dallo stesso amministratore unico, se l’azienda dovesse fallire anche i creditori perderebbero tutto. “Esiste una trattativa in corso – evidenzia Gatto sul punto – qualche creditore sta diventando ostile impedendo all’azienda la sua quotidiana operatività. Si tratta di un ostacolo imprevisto per il quale occorre concordare una soluzione e quindi superarlo”. Di sicuro entro il mese di febbraio del prossimo anno bisognerà portare al tribunale delle proposte e degli esiti convincenti. “Proposte ed esiti convincenti – spiega Gatto – che serviranno all’omologazione del piano che noi presentiamo. E quindi si tratterà di una proposta fattibile e sostenibile nella misura in cui l’azienda fa la sua parte in termini di riduzione dei costi e probabili aumenti dei ricavi, ma in cui anche tutte le azioni degli altri protagonisti siano già concretizzate”. Intanto sta andando avanti l’accertamento sui bilanci pregressi per capire come si è originata questa difficile situazione. “Il Comune ha chiesto all’Atam di avviare una indagine conoscitiva ed una azione di responsabilità nei confronti degli amministratori precedenti. “Per una garanzia massima abbiamo conferito questo tipo d’incarico ad una primaria azienda di revisione internazionale per fare gli accertamenti. Gli esiti ovviamente saranno offerti al Comune che poi deciderà se proseguire o meno nella richiesta di risarcimento riguardo gli eventuali danni causati all’azienda”. Ma adesso la preoccupazione dell’amministratore unico è che tutto si compia affinché l’Atam si salvi. “Se non sarà così si potrebbero avere degli esiti dirompenti anche sul bilancio della città. Il mio appello è che ci sia una consapevolezza comune, si tratta di una azienda della città che tutti dovrebbero sentire propria”.