In una splendida cornice di pubblico, nell’Aula Magna Falcomatà dell’Università per Stranieri ”Dante Alighieri” il giorno 24 luglio ha avuto luogo la presentazione del romanzo di Filippo Ambroggio “Il Rosa, il Porpora e l’Amaranto” Appunti reggini”, pubblicato da Città del Sole Edizioni.
I Lavori sono stati introdotti dal Dott. Giuseppe Bova, Presidente del Comitato “Dante Alighieri” di Reggio Calabria che ha portato i saluti del Comitato Dante e del Circolo Rhegium Julii ed ha ricordato come l’opera prima di Filippo Ambrogio rappresenti una sorta di viaggio all’indietro nel tempo per cogliere i momenti più significativi, le speranze, ma anche le contraddizioni, delle esperienze giovanili vissute in una città come Reggio Calabria dopo gli anni ’70.
A seguire la Prof.ssa Benedetta Borrata, scrittrice e critico letterario ha avviato una recensione e l’approfondimento del testo.
Il romanzo – ha sostenuto la Borrata – è un’opera prima-diario delle vite dei quattro protagonisti, giovanissimi curiosi della vita che a partire dal 1988 (anno in cui inizia il racconto di una Reggio Calabria pubblica e privata), vengono colti per dieci anni nelle storie di vita in un territorio ferito, ma con molte speranze di cambiamento..
Le vicende personali dei giovani si intrecciano con la cronaca della città nel ventennio delle guerre di mafia, della politica locale che, in quegli stessi anni, riusciva a respirare paradossalmente una ventata di primavera. Sullo sfondo un’Italia che iniziava ad aprire gli occhi sui tentacoli della criminalità organizzata, sulla politica che a tratti sembrava imitarne le dinamiche di azione.
Roger narra con lucidità la sua crescita e quella dei suoi compagni di avventure: London, Trillo e Nebbia, nomi d’arte per musicisti veri: saranno proprio le performance degli “Skopators”, il più hard (nel senso porno-rock del termine) dei gruppi musicali reggini, a offrire loro l’opportunità di vivere la maggior parte delle situazioni raccontate in questo romanzo, nonché di conoscere i meccanismi che permettevano, all’epoca dei fatti narrati, di raggiungere i vertici della società.
A fare da cornice al romanzo tre elementi ben precisi: il rosa dei sentimenti, il porpora (sottile richiamo ai Deep Purple) della musica e l’amaranto della maglia della Reggina; è, dunque, il cuore
dell’autore a venir fuori in questa storia solo apparentemente leggera, ma pregna dell’entusiasmo, delle aspettative e delle contraddizioni che hanno segnato il passaggio dall’adolescenza all’età adulta dei protagonisti e dal vecchio al nuovo millennio.
Il respiro intergenerazionale del romanzo, il linguaggio colloquiale e scorrevole rendono la lettura piacevole e perfettamente godibile dal lettore di qualsivoglia età.
La sottile ironia che pervade il testo fa sì che le pagine scorrano velocissime per il lettore che, al termine, potrebbe voler sperare in un seguito.
L’autore ha chiarito alcuni aspetti della genesi del romanzo, rievocando ricordi della sua vita universitaria e di quel ventennio reggino raccontato nelle pagine del romanzo.