sbarra vertici e gregari della cosca Gallico. Colpi importanti quelli messo a segno dalla giustizia, che non atterrano però il sodalizio criminale che nel frattempo si riorganizza e si rigenera, con un minorenne che prende letteralmente le redini degli affari loschi.
I provvedimenti odierni prevedono i reati di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione commessa in danno di imprenditori e commercianti del luogo, aggravata dalla finalità di agevolare le attività della cosca Gallico.
In particolare – scrivono gli inquirenti – Antonio Cosentino e Rocco Bartuccio, in concorso con il minore A. G. nei confronti del quale il decreto di Fermo di Indiziato di delitto è stato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere un imprenditore edile, mediante minaccia, a consegnare delle somme di denaro in favore degli appartenenti alla cosca Gallico. Nel mese di marzo 2013, Cosentino incontrò l’imprenditore in una strada sterrata ed isolata e gli disse “un aiuto economico per i carcerati”, con tale espressione riferendosi allusivamente ai componenti della cosca detenuti. Dal mese di maggio 2013, il minore A.G. si recò per ben quattro volte presso l’abitazione dell’imprenditore, in due occasioni accompagnato da Bartuccio, per chiedergli un aiuto economico – indicato con l’espressione “un fiore” in favore della cosca Gallico; nell’ultima occasione, precisamente il 30agosto scorso, A. G. quantificò in € 5.000,00 l’entità della somma richiesta e fissò al 18 Settembre 2013 il termine ultimo per il pagamento diffidando la parte lesa dal denunciare il fatto (“Vi raccomando, il 18 settembre, alle ore quattro e mezza, mi servono i soldi, e vi raccomando di non denunciare, sennò sapete a cosa andate incontro”). Il 22 settembre, prendendo atto che la vittima non aveva corrisposto quanto richiesto entro il termine prestabilito, A. G. avvicinò il figlio minore di questi e con un pretesto lo minacciò (“vidi ca ti minu, t’ammazzu! Tu parli mali i mia”) e cerò di picchiarlo, non riuscendovi solo per l’intervento di altre persone che difesero la vittima e allontanarono A.G. Gli indagati non riuscivano nel loro intento di estorcere denaro all’imprenditore a causa del rifiuto opposto da quest’ultimo alle richieste di pagamento.
Rocco Bartuccio – scrivono gli inquirenti – compiva atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere lo stesso imprenditore edile, mediante minaccia, ad assumere alle dipendenze della sua ditta il fratello Giuseppe. Per tale scopo avvicinò l’imprenditore al quale riferiva con tono intimidatorio che a Palmi non potevano lavorare operai provenienti da Gioia Tauro; che se non avesse ottemperato alle sue richieste avrebbe riportato la questione a persone di sua conoscenza (“a chi so io”), facendo in tal modo chiaro riferimento a soggetti vicini alla cosca Gallico con i quali era solito accompagnarsi, lasciando chiaramente intendere che, a quel punto, ci sarebbero state gravi ritorsioni nei confronti della vittima (“e non so cosa può succedere”). Non riuscendo nell’intento per il rifiuto opposto dall’imprenditore alla richiesta di assunzione.
Il minore A. G. in concorso con altri soggetti da identificare, compiva atti idonei diretti in modo non equivoco a farsi consegnare da un imprenditore una imprecisata somma di denaro profferendo le seguenti parole: “Voi lo sapete che noi siamo rovinati che ci hanno preso tutto, mi potete dare una mano di aiuto”. Evento non verificatosi per cause indipendenti dalla sua volontà.
Il soggetto irreperibile, in concorso con altri soggetti tratti in arresto nel corso di precedenti operazioni di Polizia (Domenico Nasso e Ivan Naso) e su ordine di questi ultimi, compiva atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere un commerciante di Palmi, mediante minaccia, a consegnare una somma di denaro pari ad € 2.000,00: Il 21 marzo 2012, avvicinò l’operatore commerciale al quale riportò la richiesta estorsiva di Domenico Nasso, non riuscendo nel suo intento per il rifiuto opposto dalla parte offesa alle richieste ingiuste di pagamento
Cosentino, Bartuccio, il minore A. G. ed il soggetto irreperibile, devono rispondere anche dell’accusa di associazione di tipo mafioso, con i seguenti ruoli:
Il soggetto irreperibile, forniva un costante contributo per la vita dell’associazione fin dall’anno 2004, quale soggetto di fiducia di Antonino Gallico (cl.’87); successivamente, (dopo l’esecuzione dei provvedimenti con cui veniva tratto in arresto Domenico Nasso, il quale in quel momento fungeva da “reggente” della cosca), si sostituiva al Nasso nella gestione dell’attività estorsiva del sodalizio, ricevendo dallo stesso disposizioni – che gli venivano comunicate tramite i familiari che si recavano ai colloqui – avvalendosi anche di Antonino Cosentino e del minore A. G. in alcune circostanze recandosi personalmente ad avanzare le richieste estorsive; più in generale, si metteva a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo.
Antonino Cosentino, forniva un costante contributo alla vita dell’associazione fin dall’anno 1999, quale soggetto di fiducia degli elementi di vertice della stessa, comunicando le ‘mbasciate provenienti dalla “reggente” Teresa Gallico; successivamente all’arresto di Domenico Nasso, concorreva con il soggetto resosi irreperibile e con il minore A. G. nella gestione dell’attività estorsiva esercitata nell’interesse del sodalizio, in alcune circostanze recandosi anche personalmente ad avanzare le richieste estorsive; più in generale, si metteva a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo.
Rocco Bartuccio, in qualità di soggetto di fiducia del minore A. G. forniva un costante contributo alla vita dell’associazione, concorrendo con il predetto minore nella programmazione e dell’esecuzione di vari delitti finalizzati ad agevolare l’attività del sodalizio; più in generale, si metteva a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo.
Il minore A. G. forniva un costante contributo alla vita dell’associazione, nella gestione dell’attività estorsiva esercitata nell’interesse del sodalizio, in alcune circostanze recandosi anche personalmente ad avanzare le richieste estorsive e più in generale concorrendo nella programmazione ed esecuzione di vari delitti finalizzati ad agevolare l’attività della cosca Gallico.