Commissione presieduta dal Professore Zampogna e dai commissari Castiglione, Valenti e Serrao, a prova inequivocabile della trasparenza delle operazioni degli esaminatori.
La scoperta è avvenuta durante l’apertura delle buste contenenti le prove degli aspiranti, lo scorso 22 marzo, in seduta congiunta con gli esaminatori delle prove di latino e greco, presso l’Istituto Fermi di Catanzaro, luogo prescelto dall’Usr per l’espletamento della procedura.
La prova scritta, per gli addetti ai lavori, è quella in comune tra le classi di concorso A043 – A050 – A051 e A052, ossia italiano, geografia, storia ed educazione civica alle scuole medie, materie letterarie negli istituti di secondo grado, italiano e latino nei licei, latino e greco al Classico.
Con estrema precisione la Commissione indica nel verbale, reso pubblico sul sito calabriascuola.it e finalizzato alla comunicazione dei criteri di valutazione delle prove scritte, i numeri dei compiti nei quali si sono riscontrate le anomalie.
E precisamente «nelle buste n. 4, 5, 6, 130 risulta mancante la prova d’Italiano, mentre solo nella busta 130 è inclusa l’unica prova di latino. Le buste n. 179, 180, 187, 188, 189, 190, 191,192, 193 risultano prive di elaborati».
Cosa potrebbe implicare tutto questo?
Certamente per i candidati l’annullamento della prova. Infatti, senza la correzione e il conseguente superamento della prova di italiano è impossibile procedere all’apertura e alla valutazione delle eventuali prove di latino e di greco.
Come l’elaborato possa mancare dalle buste è, invece, un’altra questione.
Il candidato potrebbe sic et simpliciter avere deciso di non consegnare la prova, ritenendola insufficiente.
Ferma restando la correttezza delle operazioni della commissione, ne fa fede, naturalmente, la verbalizzazione del fatto, non possiamo tuttavia non immaginare scenari poco felici per la procedura concorsuale.
Nella malaugurata ipotesi in cui le prove fossero andate disperse, infatti, non è illogico ipotizzare un ricorso amministrativo, i cui effetti potrebbero far slittare e non di poco gli esiti del concorso stesso.