nazionali di CGIL CISL e UIL.Il Sud, e la Calabria in particolare, sono ormai allo stremo: disoccupazione dilagante, precariato, deindustrializzazione e crisi dei consumi, restituiscono una fotografia del Mezzogiorno a tinte fosche. La Calabria in questo quadro è la regione più esposta al rischio di una rovinosa crisi sociale, i cui esiti, a questo punto, potrebbero essere davvero imprevedibili. Qui da noi le cifre che riguardano l’economia ed il lavoro sono da brivido: disoccupazione ben oltre il 25%, con quella giovanile che sfiora il 60% e quella femminile il 50%; dei circa 500 mila occupati il 21% ( circa 120 mila) sono precari, con un reddito mensile al di sotto dei mille euro; oltre 20 mila percettori di trattamenti di mobilità e cassa integrazione in deroga, per i quali le casse sono vuote;circa 1000 imprese chiuse solo dall’inizio del 2012 per effetto della crisi, che si sommano alle altre migliaia che hanno subito la stessa sorte negli ultimissimi anni.Ad aggravare la situazione hanno contribuito anche le recenti scelte del governo Monti, che hanno colpito duramente il potere d’acquisto delle famiglie, attraverso un aumento vertiginoso, insostenibile, della pressione fiscale e delle varie forme di tassazione indiretta sui consumi.Per il prossimo futuro, nondimeno, si attendono gli effetti devastanti della controriforma previdenziale, che ha ucciso il diritto alla pensione per le nuove generazioni, e di quella che ha portato alla manipolazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, che ha abbassato le tutele per chi viene ingiustamente licenziato.C’è bisogno di una svolta, allora. Perché continuando di questo passo il rischio che la Calabria imploda è più che plausibile. È giunto il momento che il governo nazionale metta al primo posto nella sua agenda il caso Calabria. Occorre programmare una serie di misure concrete, fattibili, di contrasto alla disoccupazione ed al precariato da un lato e di rilancio dell’economia e dei consumi dall’altro, anche attraverso la realizzazione di una rete infrastrutturale regionale che ha trovato sinora l’opposizione del Ministro Passera .Anche il governo della Regione è chiamato a fare la sua parte, con un piano organico, strategico, di sostegno all’occupazione ed alle imprese.Basta con gli spot che nascondono solo inerzia e indifferenza per i problemi dei calabresi. Basta con la polverizzazione e lo spreco delle risorse comunitarie.Basta con le finte riforme che rischiano di generare nuovo precariato e disoccupazione, come quella dell’Afor e dell’Arssa, recentemente respinte dal Consiglio regionale. La Calabria ha urgente bisogno di essere governata. I Calabresi sono stanchi di parole e di impegni non mantenuti. La mobilitazione del 13 ottobre e’ l’occasione per gridare forte a Monti e a Scopelliti che il tempo e’ scaduto, che la Calabria vuole fatti e non parole, misure concrete per il lavoro, i diritti, il rilancio dell’economia. Noi ci saremo!
nazionali di CGIL CISL e UIL.Il Sud, e la Calabria in particolare, sono ormai allo stremo: disoccupazione dilagante, precariato, deindustrializzazione e crisi dei consumi, restituiscono una fotografia del Mezzogiorno a tinte fosche. La Calabria in questo quadro è la regione più esposta al rischio di una rovinosa crisi sociale, i cui esiti, a questo punto, potrebbero essere davvero imprevedibili. Qui da noi le cifre che riguardano l’economia ed il lavoro sono da brivido: disoccupazione ben oltre il 25%, con quella giovanile che sfiora il 60% e quella femminile il 50%; dei circa 500 mila occupati il 21% ( circa 120 mila) sono precari, con un reddito mensile al di sotto dei mille euro; oltre 20 mila percettori di trattamenti di mobilità e cassa integrazione in deroga, per i quali le casse sono vuote;circa 1000 imprese chiuse solo dall’inizio del 2012 per effetto della crisi, che si sommano alle altre migliaia che hanno subito la stessa sorte negli ultimissimi anni.Ad aggravare la situazione hanno contribuito anche le recenti scelte del governo Monti, che hanno colpito duramente il potere d’acquisto delle famiglie, attraverso un aumento vertiginoso, insostenibile, della pressione fiscale e delle varie forme di tassazione indiretta sui consumi.Per il prossimo futuro, nondimeno, si attendono gli effetti devastanti della controriforma previdenziale, che ha ucciso il diritto alla pensione per le nuove generazioni, e di quella che ha portato alla manipolazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, che ha abbassato le tutele per chi viene ingiustamente licenziato.C’è bisogno di una svolta, allora. Perché continuando di questo passo il rischio che la Calabria imploda è più che plausibile. È giunto il momento che il governo nazionale metta al primo posto nella sua agenda il caso Calabria. Occorre programmare una serie di misure concrete, fattibili, di contrasto alla disoccupazione ed al precariato da un lato e di rilancio dell’economia e dei consumi dall’altro, anche attraverso la realizzazione di una rete infrastrutturale regionale che ha trovato sinora l’opposizione del Ministro Passera .Anche il governo della Regione è chiamato a fare la sua parte, con un piano organico, strategico, di sostegno all’occupazione ed alle imprese.Basta con gli spot che nascondono solo inerzia e indifferenza per i problemi dei calabresi. Basta con la polverizzazione e lo spreco delle risorse comunitarie.Basta con le finte riforme che rischiano di generare nuovo precariato e disoccupazione, come quella dell’Afor e dell’Arssa, recentemente respinte dal Consiglio regionale. La Calabria ha urgente bisogno di essere governata. I Calabresi sono stanchi di parole e di impegni non mantenuti. La mobilitazione del 13 ottobre e’ l’occasione per gridare forte a Monti e a Scopelliti che il tempo e’ scaduto, che la Calabria vuole fatti e non parole, misure concrete per il lavoro, i diritti, il rilancio dell’economia. Noi ci saremo!