Dalle prime ore di oggi, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e delle Autorita’ Giudiziarie di Bologna e Lecce, investigatori del Servizio Centrale Operativo della
Polizia e delle Squadre Mobili di Lecce, Bologna e Ravenna stanno eseguendo decine di provvedimenti restrittivi, nell’ambito di indagini collegate avviate nel maggio 2010, a seguito del significativo incremento dei flussi migratori irregolari verso il territorio italiano. L’operazione, che si sta svolgendo in Lombardia, Emilia Romagna, Puglia, Abruzzo, Lazio e Calabria, e’ condotta nei confronti di trafficanti di uomini di prevalente origine afghana, pachistana ed indiana, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. Agli indagati e’ stato contestato anche l’aver esposto i migranti a costante pericolo di vita in relazione alle modalita’ attuate nella realizzazione del disegno criminoso. L’inchiesta ha consentito d’individuare, tra Roma, Milano, Cremona, Bologna, Bergamo, Brescia, Teramo, Ascoli Piceno e Bari l’attivita’ di piu’ cellule emanazione diretta di una piu’ ampia filiera criminale etnica con vertici operativi in Grecia ed in Turchia, dedite al traffico di uomini verso l’Europa. Il flusso irregolare e’ stato realizzato attraverso viaggi di piccole imbarcazioni verso le nostre coste meridionali e, tramite navi di linea, con destinazione i porti italiani dell’Adriatico. Sono 15 le persone finite in manette con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’ingresso in Italia di clandestini. L’associazione, che agiva anche con un cifrario in codice, falsificava la documentazione alloggiativa e quella legata a rapporti di lavoro inesistenti per ottenere la sanatoria per colf e badanti, il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare. Il prezzo per ogni pratica era di circa 1000 euro, che venivano pagati dagli stranieri per ‘tappe di avanzamento dei lavori’. Quattro delle 19 persone coinvolte non sottoposte agli arresti sono destinatarie di obbligo di firma presso gli uffici di polizia.