Il Consiglio direttivo della Sezione provinciale della CONFACIT ha deliberato di assumere ogni possibile iniziativa per attivare, anche di intesa e in collaborazione
con le strutture pubbliche e private operanti nel territorio catanzarese, un ambulatorio multietnico gratuito per immigrati svantaggiati e in specie a favore di persone bisognose o altrimenti svantaggiate in relazione alle proprie condizioni economiche e/o sociali, con particolare riferimento ai bambini e alle persone anziane o affette da forme di disabilità.
In tale ambito i medici dell’Associazione e quanti altri vorranno cooperare all’iniziativa, presteranno la loro opera gratuitamente per curare gli immigrati.
Tale iniziativa nasce dalla consapevolezza che la salute è il fondamento per una vera interazione tra i popoli.
L’idea progettuale prevede l’apertura di uno o più ambulatori dedicati agli immigrati svantaggiati e indigenti. Quindi fornendo gratuitamente prestazioni mediche e di cura si offre un potente mezzo d’interazione e di integrazione degli immigrati nel contesto sociale calabrese.
La promozione della salute, infatti, percepita come risorsa della vita quotidiana che mira al benessere, è sicuramente un processo che conferisce alle popolazioni i mezzi per assicurare un maggior controllo sul loro livello di salute e per migliorarlo, e questo pone in evidenza non solo gli aspetti individuali ma anche quelli collettivi e politici che ne condizionano le caratteristiche e i mutamenti.
Il servizio sarà integrato con un’attività di segretariato per assistere quanti necessitano di sbrigare pratiche amministrative presso strutture sanitarie od altri uffici pubblici.
“L’idea – ha evidenziato il Presidente di Confacit Luigi Bulotta – nasce dalla consapevolezza del dilagare del fenomeno nel nostro territorio dell’immigrazione anche irregolare. A loro il servizio sanitario nazionale garantisce solo tutela delle urgenze, delle malattie infettive e della gravidanza. Ciò che si vorrebbe, però, sarebbe offrire anche l’assistenza primaria, ovvero del medico di base, e specialistica. A tal fine vorremmo creare, sperando di contare anche sui medici di base, una vera e propria rete sul territorio favorendo i contatti e sinergie con le strutture socio-sanitarie del territorio. A tal fine saranno presi contatti con l’Azienda Sanitaria Provinciale che riteniamo debba essere l’interlocutore principale dell’iniziativa”.