”La risposta al bipolarismo muscolare, aspramente criticato dai vertici dell’Udc in tempi non sospetti, non puo’ che essere il Terzo Polo.
Un’aggregazione di forze moderate, riformiste, cattoliche e pronte a costruire un progetto nazionale per l’Italia che rischia di essere sfasciata da un federalismo spietato e antiunitario”.
E’ quanto sostiene Pasquale Tripodi, capogruppo dell’Udc nel consiglio regionale della Calabria, secondo cui ”la deriva istituzionale cui stiamo assistendo, in ragione del fatto che e’ prevalsa una visione personalistica e populistica della politica, obbliga le forze politiche come la nostra ad aggregarsi con altri soggetti che con noi condividono il progetto di ridare all’Italia una prospettiva nazionale ed europeistica, prima che sia troppo tardi e prima che i dati economici di una crisi sempre piu’ feroce ci dicano che ogni limite e’ stato superato”.
Ad avviso di Tripodi ”la Calabria e’ Italia. Percio’, pur rispettando gli accordi assunti l’anno scorso, stante la mutata condizione politica nazionale, non possiamo che iniziare a rimettere la regione, gradualmente ma senza esitazioni, sulla lunghezza d’onda indicata da Cesa e Casini. Non si spiegherebbe, viceversa, un disegno che incoraggiasse deliberatamente, nella nostra regione, la contrapposizione dal modello di governabilita’ individuato per il Paese dal nostro partito. Non si capirebbe perche’ mai, se consideriamo negativamente l’aggregazione nazionale di centrodestra di cui la Lega ha la golden share, poi in Calabria continuiamo ad essere alleati con questo Pdl succube della Lega, che e’ una forza antimeridionale per statuto e che per statuto intende frantumare il Paese”.
”Fin quando e’ stato vigente e quasi indiscutibile – spiega Tripodi – il bipolarismo incentrato su leadership padronali, la posizione assunta, coraggiosamente e fino a un certo punto in solitudine dall’Udc, poteva legittimare scelte locali incentrate a valorizzare la proposta programmatica in difesa dei valori cattolici e riformisti, ma la nascita del Terzo Polo pone fine a queste oscillazioni e ci chiede, responsabilmente, di anteporre gli interessi generali a quelli particolari. E fare l’interesse generale della Calabria significa, anzitutto, prendere le distanze da forze politiche alleate con la Lega”.
Il capogruppo dell’Udc sostiene che altrimenti ”non si spiegherebbero in Calabria accordi col Pdl gia’ precostituiti, di cui apprezzo le indiscutibili qualita’ etiche e professionali dei soggetti indicati dal mio partito, se non frutto di un ragionamento condiviso di rilancio programmatico, economico e sociale, di tutte le realta’ calabresi ed in particolare del territorio di Reggio Calabria, per il quale, pero’, al momento non si intravedono percorsi, ruoli e strategie”.
(Adnkronos)