INTERVENTO DI ANTONIA LANUCARA, PRESIDENTE DELLA COMMISISONE REGIONALE PARI OPPORTUNITA’
Il problema delle morti bianche è uno dei punti fondamentali da cui partire per mettere al centro le problematiche del lavoro e della sua sicurezza in Calabria ed in Italia.
Non basta indignarsi o piangere sulle vite spezzate nei cantieri dello svincolo di Palmi che stavano lavorando all’ammodernamento dell’autostrada.
E’ morto Salvatore Pagliaro di anni 51, caduto da un pilone e finito in una colata di cemento: questo è avvenuto il 27 febbraio; mentre lo scorso 12 febbraio, esattamente 15 giorni prima, un altro operaio, Rocco Palumbo, di 33 anni, dipendente anch’egli da un’impresa impegnata nei lavori autostradali, è morto precipitando da un ponte in costruzione.
Ogni anno in Italia perdono la vita circa mille persone di entrambi i generi e moltissimi altri rimangono spesso gravemente menomati per tutta la vita.
Il limite che è in ognuno di noi, e che si riferisce al concetto di solidarietà umana, è quello di dimenticarci il giorno dopo di questi gravissimi eventi.
Va da sé che le responsabilità ci sono, che dovranno essere accertate e sanzionate per la loro gravità ed entità.
Cosa si dovrà fare, tutti insieme, Istituzioni, Partiti democratici, Sindacati ed Associazionismo, Governo nazionale per dare risposte, non solo sul piano del rispetto delle norme che dovranno sempre più essere adeguate ai rischi che esistono sui posti di lavoro?.
A parere mio, servono gesti che sappiano andare al di là dei risarcimenti previsti dalle leggi vigenti.
Queste due famiglie sono rimaste prive dei genitori che sostenevano il nucleo.
Le due vedove, al di là della perdita affettiva, rimangono l’unico punto di riferimento dei loro figli orfani. Ed allora, in una Calabria nella quale, com’è noto, è altissima la disoccupazione, in particolare quella femminile, la più alta d’Europa, è giusto soffermasi e valutare di chiedere all’Anas la loro assunzione.
Io non penso che una iniziativa di questo genere possa mettere in difficoltà l’Anas. La vita delle persone, certo, non ha un prezzo, ma sicuramente dobbiamo fare in modo che gli occhi di ognuno di noi, puntati su quel dramma, possano in qualche modo guardare al futuro di quelle famiglie.
Se affrontiamo con determinazione le questioni gravi, dobbiamo anche, su un terreno di messaggio sociale e culturale, tenere viva l’attenzione sui morti del lavoro. Ed allora, per esempio, nei due Comuni di residenza degli operai caduti, possono essere intestate piazze e vie nelle quali ogni abitante possa tenere vivo il ricordo dei loro morti sul lavoro.
Io penso davvero che se ci mettiamo tutti insieme, come popolo calabrese, possiamo dare una svolta umana alla nostra terra e puntare a quella solidarietà femminile che da sempre ha caratterizzato la vita delle nostre comunità e che sarà il perno per una svolta straordinaria che cambierà la nostra terra.