Lo stato della raccolta e gestione dei rifiuti in Calabria non e’ certo di buona salute. Lo ha rimarcato, poche settimane dopo la visita della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle
ecomafie, un’indagine della Corte dei Conti. Questa mattina sono stati presentati i risultati dell’analisi della sezione calabrese. Nella relazione della magistratura contabile sono riportati i dubbi sull’efficacia delle politiche pubbliche adottate finora, considerando anche il fatto che da 12 anni il settore in Calabria e’ commissariato. Gli Ato, fa rilevare il magistrato Quirino Lorelli che ha letto in adunanza pubblica il documento finale, non sono mai divenuti operativi, eccezion fatta per la provincia di Cosenza. Aspetto che ha molto colpito i magistrati e’ anche l’assenza di collaborazione da parte delle istituzioni, a partire dalla Regione Calabria per finire a Province e Comuni. Il commissariamento, fa notare Lorelli, non ha derogato le competenze legislative, programmatorie e di indirizzo. Quindi le mancanze delle istituzioni locali non possono essere addebitate all’Ufficio del Commissario che, invece, secondo la magistratura contabile ha posto in essere un’attivita’ apprezzabile. Nella relazione si fa cenno all’esperienza delle societa’ miste per la gestione della raccolta dei rifiuti, molte delle quali fallite o in fase di liquidazione, come nel caso cosentino della Valle Crati Spa. Ogni commento a quanto riportato quotidianamente sui media ”appare superfluo” dice Lorelli. Voto insufficiente anche per quanto riguarda la raccolta differenziata, che nel 2008 ha avuto il suo picco in una percentuale che si ferma al 25,49% nella Presila cosentina, attestando una media del 12,33% su base regionale.