“E le Banche stanno a guardare. Nonostante gli sforzi di imprese ed istituzioni per individuare e mettere in campo azioni ed iniziative anticicliche e di sviluppo, le grandi assenti continuano a rimanere le Banche”. E’ quanto si afferma in una nota delle organizzazioni imprenditoriali calabresi Confindustria, Cna, Lega Coop, Confcooperative, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Confapi e Casartigiani che hanno scritto al presidente della Regione, Agazio Loiero, per sollecitare soluzioni al problema. “A nulla sembrano servire – riporta ancora la nota – i richiami forti, per ultimo quello del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, al sistema bancario perché sostenga il sistema delle Piccole e medie imprese in una fase di difficile crisi come quella attuale: non c’é peggior sordo di chi non vuol sentire. Eppure in Calabria la Regione ed il tavolo dell’economia con tutte le sue Associazioni d’impresa, hanno condiviso e concertato una serie di interventi per il consolidamento e lo sviluppo del tessuto produttivo sui quali sono stati stanziati oltre 40 milioni di euro. Interventi, come la 949 e la 598, importanti per qualità di iniziativa e quantità di risorse che però, se non accompagnate da un ruolo attivo delle banche, rischiano di diventare inefficaci per carenza di finanziamento bancario”.”Azioni – prosegue la nota – che agiscono sia sul versante del riequilibrio finanziario delle imprese, attraverso il consolidamento delle passività, che su quello degli investimenti attraverso l’introduzione di un contributo in conto capitale per le imprese che investono in un periodo di crisi come quello attuale. Una boccata d’ossigeno avevano pensato le imprese calabresi. In questi giorni però la doccia fredda. Infatti, con l’ apertura dei bandi per i finanziamenti alle imprese siamo costretti a registrare numerosi ‘niet’ da parte delle banche per sostenere con i finanziamenti dovuti le imprese nei loro investimenti. Soprattutto le imprese di piccole dimensioni, quelle del commercio e dell’edilizia e, ancor più, per le operazioni di consolidamento delle passività: il vero asset anticiclico degli interventi predisposti dalla Regione”. Per il tavolo dell’economia “politiche aziendali, remunerazione delle operazioni, rischiosità sono queste le principali motivazioni delle banche, per noi, invece, si tratta solo di totale disinteresse soprattutto da parte dei grandi gruppi bancari nazionali che, evidentemente, continuano a guardare alla Calabria come terra di conquista. Ed allora se a nulla valgono i richiami della stessa Banca d’Italia che, addirittura, paventa un rischio usura per la mancata erogazione del credito, è giunto il momento che siano le stesse imprese, attraverso le loro associazioni, a metter in campo tutte le iniziative utili a contrastare tale perversa politica delle banche in Calabria. Quante analisi, dati congiunturali ed indagini economiche servono ancora per capire quanta distanza ci sia tra chi, come le Banche, pensa solo ai guadagni e chi, come le imprese oltre al profitto pensa anche allo sviluppo del territorio?”. “Anche la Regione su questo tema – riporta ancora la nota – dovrà finalmente intervenire. Per questo motivo abbiamo, unitariamente, scritto al Governatore Loiero perché come Istituzione possano essere adottate tutte quelle iniziative utili a far fronte comune nella risoluzione del problema.Basta anche protocolli e buone intenzioni con l’Abi e con tutto il sistema bancario: è giunto il momento di fare sul serio e di fare cose concrete ed utili allo sviluppo delle nostre imprese e della nostra regione. A partire dalla pubblicazione, a bando chiuso, delle banche che hanno sostenuto ed accompagnato le iniziative: perché tutti sappiano chi e come si lavora in Calabria”. (ANSA).