di Anna Foti
A volte non sono i fedeli a compiere un pellegrinaggio nei luoghi di preghiera, ma sono essi stessi ad essere raggiunti dai simboli di Fede. Anche Reggio Calabria si è stretta in questi giorni attorno alla statua della Madonna che, dopo avere raccolto le preghiere dei fedeli di tutta Italia, raggiungerà la Santa Grotta di Lourdes. Ospitata nel Duomo della città da giovedì, la statua in pellegrinaggio rientra tra le iniziative promosse nell’ambito della commemorazione dei centocinquanta anni della miracolosa apparizione della Madonna alla giovane Bernardette, avvenuta a Lourdes l’11 febbraio del 1858. Un’occasione per avvicinare alla nostra città e all’animo di tanti devoti all’Immacolata Concezione, un luogo sacro divenuto nel tempo vibrante simbolo di speranza.
Un luogo che molti pellegrini reggini possono periodicamente raggiungere anche grazie ai viaggi organizzati dall’Unitalsi (Unione Nazionale Trasporto Ammalati a Lourdes e in Santuari Internazionali) che, a livello locale, riconosce nella sottosezione reggina una viva antenna. Nel cuore dei Pirenei, un fiume accompagna discreto e silenzioso un afflato di preghiere e speranze che nel mistero di una grotta trasforma ogni istante la sofferenza in consolazione. Il cuore pulsante di questo mistero è Lourdes, in Francia, da dove risuona la straordinarietà di quell’apparizione che scelse gli occhi della giovane quattordicenne Bernardette per schiudersi al mondo, parlare ai popoli e rivelarsi ad essi. Quel mistero, compiutosi per la prima volta l’11 febbraio di 150 anni fa, si ripete da allora ogni giorno in quella grotta che ospita una moltitudine di pellegrini e che solo nel 2003 arrivò ad accogliere oltre sei milioni di persone. La culla di una preghiera che non è attesa di un tornaconto ma affidamento puro a colei che incarna l’Amore che vince la paura e la morte, che si nutre di quell’abbandono al volere del padre annunciato da un Angelo e che si tempra nella sofferenza ai piedi della Croce. Palpita instancabile e inarrestabile in quel luogo, oggi meta di pellegrinaggi in cui anime sofferenti nel corpo e nello spirito si ritrovano in cammino verso la conquista della Consolazione. Quella stessa che si dona ad umili cuori in preghiera. Dunque dalla sofferenza come lezione di vita e condivisione muove l’istituzione, in questa data, della giornata mondiale del Malato che ogni anno pone l’accento significativo sull’esperienza della malattia come viatico di salvezza e redenzione. Un’esperienza che a Lourdes è un regalo quotidiano quando ogni anno oltre 400 mila pellegrinano assistite da oltre 100 mila volontari. E il mistero continua a decantare, adagiato sulle onde del fiume che culla milioni di cuori in preghiera.