Tra le "clausole" del protocollo firmato oggi a Palazzo San Giorgio, una in particolare ha acceso una discussione dove non ha regnato la concordia.
Un confronto probabilmente più sulle complicazioni burocratiche che sugli effetti che il testo avrebbe prodotto se sottoscritto, e fatto rispettare, tra le parti. Questo il comma del protocollo d'intesa oggetto di discussione prima e successiva soppressione.
Questa clausola non ha trovato ospitalità ed al suo posto, in sostituzione, è stata decisa l'introduzione della seguente formula decisamente meno "complessa".
La differenza è notevole.
L'istituzione di un "funzionario" che segnali ogni notizia di cui venga a conoscenza anche attraverso canali anonimi relativa ad attività criminosa, probabilmente, avrebbe potuto innescare meccanismi non sempre trasparenti nella gestione delle notizie di reato. La stessa Prefettura si sarebbe trovata a dover filtrare con non poco disagio notizie, anche anonime, senza la dotazione di appositi poteri di intervento.
Cultura del sospetto o prudenza istituzionale, questo sembra non avere importanza, hanno portato all'eliminazione della figura del "delatore" di cui ogni associazione si sarebbe dovuta dotare.
In cambio arriva una norma che impone ad ogni associazione di categoria l'espulsione dei propri membri che non denuncino l'imposizione della "tangente".
Antonino Monteleone