Scattano i rincari sulle tariffe di treni e autostrade. Da gennaio viaggiare sarà più costoso, con aumenti che arrivano a oltre il 15% per chi sale su un Eurostar e oltre il 3% per chi sceglie l'auto (e senza contare l'andamento dei prezzi dei carburanti).
I rincari delle ferrovie erano già annunciati. E confermati dallo stesso amministratore delegato delle Fs Mauro Moretti a fine anno. Da gennaio sale il prezzo dei biglietti dei treni di "fascia alta", vale a dire alta velocità ed Eurostar. E' quest'ultima la categoria che interessa il maggior numero di viaggiatori.
L'aumento maggiore in percentuale (+15,6%) è sulle tratte Roma-Milano e Roma-Venezia: otto euro in più rispetto ai 51 degli attuali biglietti per la seconda classe di un Eurostar. Si pagheranno otto euro in più anche tra Napoli e Firenze (con un aumento del 15%). Roma-Napoli passa da 33 a 38 euro (+15,1%). Tra Reggio Calabria e Roma, seconda classe più cara di sette euro. Gli aumenti per chi sceglie la prima classe vanno dai sei euro del biglietto Roma-Napoli (da 43 a 49 euro) agli undici euro del Roma-Milano (da 74 a 85 euro).
Sono aumenti che le Ferrovie dello Stato giustificano con "la buona qualità del servizio" di fascia alta a fronte di prezzi che fino ad oggi sono del 50% inferiori alla Francia e del 40% rispetto alla Germania. "Non si può continuare a dire che si deve fare qualità senza pagare", ha spiegato Moretti che ha però indicato tra le priorità del 2008 la modernizzazione del parco treni e una battaglia per la pulizia dei convogli. I rincari rientrano nella strategia di risanamento delle ferrovie che ha portato a un recupero di oltre 800 milioni nel risultato della prima metà del 2007 (in rosso di 279 milioni). Di questi 70 sono arrivati dai rincari di fine 2006, 80 dall'aumento del traffico. Dai tagli agli sprechi potrebbero arrivare altri 140 milioni. La forza lavoro di Fs è già diminuita del 3% (sono uscite circa tremila persone), ma con un impatto limitato sui conti. Risultati positivi ottenuti, però, anche grazie ai 400 milioni di arretrati che lo Stato ha pagato per i contratti di servizio e che potrebbero portare le perdite di Fs a 400 milioni per l'intero 2007 rispetto ai 2,1 miliardi del 2006.
Alla stangata sui treni (forse non l'ultima, il rincaro potrebbe salire a un complessivo più 35-40% nell'arco di cinque anni) si deve aggiungere quella del pedaggio autostradale. L'Anas ha già concesso per il 2008 ritocchi all'insù alle società che hanno in concessione le autostrade italiane. Piccoli, ma significativi aumenti che vanno dallo 0,68% della Brescia-Padova al 3,61% ottenuto da Autostrade per l'Italia. Da Roma Nord a Milano Sud si pagheranno così 1,3 euro di più (da 29,9 a 31,2 euro). Da Roma a Firenze cinquanta centesimi in più. Venti centesimi per la tratta Bologna-Parma (83 chilometri). Quelli concessi ad Autostrade per l'Italia (che ha incassato l'intero aumento richiesto, ma non il recupero del più 2,67% richiesto per il 2007 che il governo aveva bloccato) sono gli aumenti più alti, ma sale il pedaggio anche sul'Autobrennero (+2,75%), sulla Torino-Savona (+2,46%), sulla Tangenziale di Napoli (+3,22%), sulla Cisa e sulla Brescia-Padova (+0,68%). Nessun aumento, invece, sulla Messina-Catania-Palermo, sul Raccordo Gran San Bernardo, sulla Strada dei Parchi. (www.repubblica.it)