''Dopo avere saputo che Domenico Crea sarebbe stato candidato nella lista della Margherita alle regionali, mio marito penso' di rinunciare alla sua candidatura. Poi accetto' dopo avere ricevuto numerose telefonate che lo invitavano ad andare avanti''. A dirlo e' stata la vedova di Francesco Fortugno, Maria Grazia Lagana', deponendo al processo in corso davanti ai giudici della Corte d'Assise di Locri contro i presunti mandanti ed esecutori del delitto Fortugno. ''Certe cose – ha sostenuto la vedova – non si dicono subito, poi, quando succedono le tragedie si capisce. Ho capito dopo che mio marito era solo''. Domenico Crea e' il consigliere regionale che e' subentrato a Fortugno dopo la sua morte quale primo dei non eletti della Margherita. Successivamente Crea ha cambiato partito. ''Mio marito – ha aggiunto Maria Grazia Lagana' rispondendo alle domande del pm Marco Colamonici – manifesto' perplessita' sull'eventuale candidatura di Crea. Perplessita' che erano di tipo morale perche' Franco aveva saputo che Crea aveva pendenze giudiziarie in atto, ed anche politiche perche' non riteneva opportuno accettare transfughi del centrodestra, anche perche' la sensazione era che il centrosinistra potesse vincere le regionali del 2005. Queste perplessita' le manifesto' tra gli altri al presidente Agazio Loiero, al coordinatore regionale del partito, Franco Bruno, e all'on. Nicodemo Oliverio. Loiero condivideva questa preoccupazione''. Rispondendo alle domande del pm la vedova Fortugno ha poi sostenuto che la contrarieta' di suo marito alla candidatura di Crea era notoria. ''Mio marito – ha detto – si rese conto che la battaglia era persa quando, non ricordo chi, qualcuno disse che non si potevano perdere i 13-14 mila voti di Crea''. (ANSA).