Il nuovo modello della rete territoriale della Banca d'Italia prevede, a regime, 20 filiali insediate nei capoluoghi regionali, a 6 delle quali fanno capo altrettante Unità specializzate nella vigilanza site in altre province (Caltanissetta, Cosenza, Cuneo, Pisa, Udine, Vicenza); 6 succursali ad ampia operatività (Bolzano, Brescia, Catania, Forlì, Salerno, Verona) nelle regioni a maggiore domanda di servizi dell`utenza istituzionale e privata; 6 succursali specializzate nel trattamento del contante (Arezzo, Bergamo, Foggia, Padova, Piacenza, Roma Tuscolano); 25 succursali specializzate nei servizi all`utenza (Agrigento, Ascoli Piceno, Avellino, Caserta, Como, Grosseto, La Spezia, Latina, Lecce, Livorno, Messina, Novara, Pesaro, Pescara, Ragusa, Reggio Calabria Reggio Emilia, Sassari, Siena, Sondrio, Taranto, Trapani, Treviso, Varese, Viterbo); una succursale specializzata nel servizio di tesoreria dello Stato (Roma Succursale). Le 33 filiali per le quali è prevista, nel documento, la chiusura (in calo rispetto alle 35 filiali che avrebbero dovuto chiudere secondo la prima bozza del piano) sono: Alessandria, Asti, Belluno, Benevento, Brindisi, Chieti, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, Imperia, Isernia, Lucca, Macerata, Mantova, Massa, Matera, Modena, Nuoro, Oristano, Parma, Pavia, Pistoia, Pordenone, Ravenna, Rieti, Rovigo, Savona, Siracusa, Teramo, Terni e Vercelli. La riforma muove nell'ottica di adeguamento delle funzioni al mutato contesto economico, finanziario e istituzionale e di snellimento dell'articolazione territoriale in analogia con altri processi di ristrutturazione realizzati o in corso di attuazione presso altre banche centrali nazionali. Il nuovo modello, articolato su base regionale, prefigura una diversa presenza della Banca sul territorio; prevede una riduzione del numero delle Filiali; differenzia le funzioni e i ruoli di quelle che restano operative in relazione alle caratteristiche delle aree geografiche e alla domanda di servizi espressa dall'utenza istituzionale e privata. Gli interventi di rimodulazione dei compiti delle Filiali verranno integrati da un coerente ridisegno dei processi operativi, con il potenziamento delle infrastrutture e delle procedure di supporto. Il progetto di riforma organizzativa della rete territoriale il cui obiettivo è il rafforzamento dell'azione istituzionale, la crescita dell'efficienza anche attraverso la riduzione dei costi, la valorizzazione delle risorse umane, dovrebbe essere realizzato entro il 2010.(APCOM)