Inizia domani alle 9,
davanti alla Corte d'Assise di Locri, il processo nei confronti
dei presunti responsabili dell'omicidio del vice presidente del
Consiglio regionale, calabrese Francesco Fortugno, medico,
primario del Pronto Soccorso del locale ospedale, assassinato a
Locri il 16 ottobre 2005.
I primi, presunti colpevoli del
delitto, uno dei piu' inquietanti eventi di cronaca che ebbe
ampia risonanza a livello mediatico in varie parti del mondo,
vennero arrestati nel mese di marzo del 2006 dalla Polizia di
Stato.
davanti alla Corte d'Assise di Locri, il processo nei confronti
dei presunti responsabili dell'omicidio del vice presidente del
Consiglio regionale, calabrese Francesco Fortugno, medico,
primario del Pronto Soccorso del locale ospedale, assassinato a
Locri il 16 ottobre 2005.
I primi, presunti colpevoli del
delitto, uno dei piu' inquietanti eventi di cronaca che ebbe
ampia risonanza a livello mediatico in varie parti del mondo,
vennero arrestati nel mese di marzo del 2006 dalla Polizia di
Stato.
In quell'occasione finirono in manette Salvatore Ritorto,
ritenuto l'esecutore materiale, e Domenico Audino, Carmelo
Dessi', Carmelo Crisalli e Nicola Pitari. Due mesi dopo, il 21
giugno, le indagini portarono all'arresto del presunto
mandante, l'infermiere Alessandro Marciano', 55 anni, caposala
dell'ospedale di Locri.
Insieme con lui coinvolto anche il
figlio, Giuseppe, 27 anni, che si trovava gia' in carcere
perche' indagato per altri reati. Marciano' – secondo l'accusa
– avrebbe fatto assassinare Fortugno perche' la vittoria di
questi alle elezioni regionali aveva determinato la sconfitta
del candidato Domenico Crea, primo dei non eletti della
"Margherita", di cui era grande elettore il caposala
ospedaliero.
Crea, oggi consigliere regionale, non e' comunque
indagato.
Gli sviluppi nelle indagini sul delitto Fortugno
scaturirono dalle rivelazioni fatte da Bruno Piccolo, gia'
arrestato insieme con altre persone per associazione a
delinquere finalizzata al traffico d'armi. Piccolo decise
infatti di collaborare con la Giustizia ed in carcere rivelo'
alcuni particolari riguardanti l'omicidio del vice presidente
del Consiglio Regionale.
Francesco Fortugno venne ucciso poco
dopo le 17,15 di domenica 16 ottobre 2005. L'uomo politico
stava lasciando "Palazzo Nieddu-Del Rio" dove era stato
allestito uno dei due seggi cittadini per le "Primarie"
dell'Unione quando venne affrontato nell'androne dell'edificio
dal killer che esplose contro di lui diversi colpi di pistola
cal. 9 alla presenza di alcune persone.
Il delitto provoco'
l'immediata, spontanea mobilitazione degli studenti della
Locride che il giorno dopo scesero in piazza innalzando un
semplice lenzuolo bianco. La protesta contro la ndrangheta e
contro l'omerta' si estese nei giorni successivi ad altri
Istituti.
A Locri giunsero, prima, durante e dopo i funerali di
Fortugno, i vertici istituzionali nazionali e dei partiti
politici. Per oltre un anno i riflettori rimasero accesi sulla
citta' di Locri e sui "Ragazzi" protagonisti d'una nuova
stagione di ribellione all'arroganza mafiosa.
Nel processo
contro i presunti responsabili del delitto si sono costituiti
parte civile la Regione Calabria ed il Comune di Locri.
Dovrebbero essere oltre trecento i testimoni chiamati a
deporre, tra accusa e difesa, al processo. Tra loro dovrebbero
figurare anche esponenti politici nazionali e regionali. (AGI)
ritenuto l'esecutore materiale, e Domenico Audino, Carmelo
Dessi', Carmelo Crisalli e Nicola Pitari. Due mesi dopo, il 21
giugno, le indagini portarono all'arresto del presunto
mandante, l'infermiere Alessandro Marciano', 55 anni, caposala
dell'ospedale di Locri.
Insieme con lui coinvolto anche il
figlio, Giuseppe, 27 anni, che si trovava gia' in carcere
perche' indagato per altri reati. Marciano' – secondo l'accusa
– avrebbe fatto assassinare Fortugno perche' la vittoria di
questi alle elezioni regionali aveva determinato la sconfitta
del candidato Domenico Crea, primo dei non eletti della
"Margherita", di cui era grande elettore il caposala
ospedaliero.
Crea, oggi consigliere regionale, non e' comunque
indagato.
Gli sviluppi nelle indagini sul delitto Fortugno
scaturirono dalle rivelazioni fatte da Bruno Piccolo, gia'
arrestato insieme con altre persone per associazione a
delinquere finalizzata al traffico d'armi. Piccolo decise
infatti di collaborare con la Giustizia ed in carcere rivelo'
alcuni particolari riguardanti l'omicidio del vice presidente
del Consiglio Regionale.
Francesco Fortugno venne ucciso poco
dopo le 17,15 di domenica 16 ottobre 2005. L'uomo politico
stava lasciando "Palazzo Nieddu-Del Rio" dove era stato
allestito uno dei due seggi cittadini per le "Primarie"
dell'Unione quando venne affrontato nell'androne dell'edificio
dal killer che esplose contro di lui diversi colpi di pistola
cal. 9 alla presenza di alcune persone.
Il delitto provoco'
l'immediata, spontanea mobilitazione degli studenti della
Locride che il giorno dopo scesero in piazza innalzando un
semplice lenzuolo bianco. La protesta contro la ndrangheta e
contro l'omerta' si estese nei giorni successivi ad altri
Istituti.
A Locri giunsero, prima, durante e dopo i funerali di
Fortugno, i vertici istituzionali nazionali e dei partiti
politici. Per oltre un anno i riflettori rimasero accesi sulla
citta' di Locri e sui "Ragazzi" protagonisti d'una nuova
stagione di ribellione all'arroganza mafiosa.
Nel processo
contro i presunti responsabili del delitto si sono costituiti
parte civile la Regione Calabria ed il Comune di Locri.
Dovrebbero essere oltre trecento i testimoni chiamati a
deporre, tra accusa e difesa, al processo. Tra loro dovrebbero
figurare anche esponenti politici nazionali e regionali. (AGI)