“Università in città? Smettiamola con queste sciocchezze. I cittadini di Catanzaro sanno molto bene che tale proposta altro non è che uno dei tanti miraggi ai quali si aggrappano alcuni candidati per tentare di racimolare qualche voto in più. Siamo in presenza di promesse che saranno puntualmente disattese, come è avvenuto in tutti questi anni. Perché ciò non può mai avvenire per la morfologia del territorio (viuzze da medioevo mai risanate, con i ratti che spuntano da ogni anfratto); non può avvenire per i collegamenti inesistenti, per i prezzi dei fitti alle stelle, per la mancanza assoluta di un serio piano di rilancio commerciale e di immagine turistica della città, malgrado i goffi tentativi di questi anni i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.”
Lo sostiene Vincenzo Ursini, nella qualità di presidente dell’Accademia dei Bronzi, sodalizio culturale che da 35 anni opera in ambito nazionale con risultati ragguardevoli.
“Chi sostiene questa tesi – prosegue Ursini – dice solo idiozie di comodo perché sa benissimo che Catanzaro è una città poco adatta all’ambiente universitario. Ci chiediamo: se costoro amano svisceratamente questa città, perché non hanno alzato la voce quando dovevano farlo? Chiedere ora di attivare corsi di laurea o possibili soluzioni residenziali per gli studenti vuol dire andare contro una realtà positiva e consolidata – quella di Germaneto – molto apprezzata dai migliori progettisti e professori universitari italiani e stranieri.”
“È come se Cosenza – continua – rivendicasse, adesso, corsi di laurea a ridosso del castello normanno-svevo. I cosentini sanno benissimo che Arcavacata è diventata tale perché politici lungimiranti hanno avuto l’arguzia di individuare l’area giusta, a prescindere dalle pressioni e dalle rappresentanze territoriali autorevoli che pure c’erano. Ecco perché a mio avviso, bisogna avere il coraggio di sostenere il sito di Germaneto, la cui vocazione è ormai immutabile e di rilanciarlo con la istituzione di nuove facoltà, perché quel sito ha potenzialità enormi, a cominciare dai facili collegamenti con Lamezia, punto nevralgico di interscambio veloce, cosa assolutamente indispensabile per gli Atenei. Altro che facoltà in città!”
“Catanzaro – sottolinea Ursini – ha bisogno d’altro. Ha bisogno di una minore pressione fiscale (lo studio condotto di recente da “Openpolis” colloca la città tra i comuni che negli ultimi dieci anni hanno registrato la maggiore crescita esponenziale, a fronte di una evidente riduzione della qualità dei servizi); ha bisogno di una consistenza riduzione dei fitti sia delle attività economiche che delle civili abitazioni; ha bisogno di una seria politica occupazionale che parta dalla gestione diretta dei servizi pubblici (questo vale per tutti gli enti, compresi quelli sanitari), senza fare ricorso alle società esterne, pubbliche o private; ha bisogno di amministratori qualificati e non di assessori di facciata nominati per un tornaconto di numeri e maggioranze”.
“Parlare di Università all’interno della città – conclude Ursini – vuol dire non essere capaci di programmare altro, vuol dire continuare questo gioco del non fare; vuol dire, in poche parole, riprendere a giocare alle tre carte, promettendo ai cittadini ciò che non può essere mai realizzato, perché la storia, nonostante tutto, cambia inesorabilmente i destini degli uomini e dei territori”.