Alfredo IORNO della Cgil Fp, Antonio BEVACQUA della Cisl Fp e Elio BARTOLETTI della Uil Fpl si rivolgo a mezzo di una lettera aperta al Presidente della Repubblica per la situazione sanitaria in Calabria: ”Egregio Presidente della Repubblica,
le scriventi Organizzazioni Sindacali formulano, innanzitutto, alla Sua Eccellenza un saluto augurale di benvenuto in Calabria, esprimendo ogni sentimento di gratitudine per l’attenzione dimostrata con questa visita verso una terra troppo spesso dimenticata dalle Istituzioni e dalla politica nazionale ed abbandonata ad un diffuso declino politico, economico e sociale.
La Calabria è caratterizzata da una situazione di grave crisi che si registra in ogni aspetto della vita di questa Regione ma si esprime con maggiore evidenza in un ambito particolarmente caro ai 72 Padri Costituenti, che hanno ritenuto di sancire nell’articolo 32 della Costituzione Italiana il principio che riconosce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, affidandone la tutela ed il compito di garantire cure gratuite agli indigenti, alla stessa Repubblica.
Un principio, Signor Presidente, che in Calabria non trova riscontro in adeguate e sufficienti misure di tutela e di realizzazione, tanto da non riuscire ad assicurare finanche gli stessi Livelli Essenziali di Assistenza.
Un Sistema Sanitario, quello calabrese, sottoposto a Piano di Rientro ed a gestioni commissariali che hanno prodotto come unico risultato quello di rendere ancor più inesigibile il diritto alla salute in tutte le sue espressioni.
La norma contenuta nella Legge n. 311/2004 affidava ai Piani di Rientro delle 8 Regioni che vi erano sottoposte l’obiettivo di definire un “programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento” dei rispettivi Servizi Sanitari Regionali.
Ogni tentativo di intervento di riorganizzazione delle reti sanitarie territoriali ed ospedaliere si è tradotto in un fallimento, che è servito solo ad incrementare la percentuale di emigrazione passiva dalla Calabria verso altre Regioni d’Italia, con conseguente ed inevitabile aggravio della locale spesa sanitaria.
Una mobilità passiva che nel 2014 è arrivata a ben 278 milioni di euro e continua a crescere. Costo che viene sopportato dagli stessi calabresi, costretti a sostenere le spese per il trasferimento in altre realtà territoriali ed a pagare le più alte addizionali tributarie d’Italia a fronte di un sistema sanitario non in grado di riallineare i LEA con gli standard previsti a livello nazionale.
La situazione ha assunto caratteri di maggiore criticità con il susseguirsi di gestioni commissariali sicuramente non in grado di governare i processi di cambiamento auspicati e perseguiti dalla legislazione in materia ma che hanno piuttosto consolidato l’andamento regressivo dell’offerta sanitaria, allargando il divario con il Servizio Sanitario garantito e realizzato nelle Regioni virtuose.
L’attuale Commissario ad Acta per il piano di rientro del debito sanitario, Ingegnere Massimo Scura, si sta dimostrando inadatto al compito affidatogli, assumendo atteggiamenti non consoni alla funzione da assolvere ed al ruolo rivestito.
Su numerosi aspetti, nevralgici per la vita del Sistema Sanitario Regionale e per i professionisti e i lavoratori del Comparto, le scriventi hanno registrato da parte del Commissario la volontà di eludere deliberatamente il confronto con le Organizzazioni Sindacali.
Senza entrare nel merito delle numerose questioni sulle quali è stato puntualmente disatteso il citato confronto o laddove raggiunti, sono stati disattesi gli Accordi, si ritiene portare alla Sua pregevole attenzione il modus operandi adottato per condurre il Commissariamento, in evidente violazione dei principi fondamentali del vigente sistema di relazioni sindacali e che le scriventi considerano grave e lesivo della funzione di rappresentanza riconosciuta dalla Costituzione italiana alle Organizzazioni Sindacali.
Al fine di garantire la continuità dei servizi sanitari, la complessiva tenuta del sistema, anche quello occupazionale e la partecipazione dei lavoratori e dei professionisti, che rappresentano la più importante risorsa per il sistema e la principale leva per il cambiamento organizzativo, le scriventi chiedono l’ autorevole intervento della S. E. per porre fine alla stagione del Commissariamento della Sanità Calabrese ma ancor prima chiedono la destituzione dell’attuale Commissario ad Acta, Ingegnere Massimo Scura.
Richiesta, quest’ultima finalizzata a ricondurre nell’alveo della normalità la gestione ed il governo della Sanità calabrese attraverso il ripristino di concrete relazioni sindacali.
Certi che la S. E. terrà nella giusta considerazione la presente analisi e valutazione, porgono Ossequiosi Saluti.
”